Dati generali
Produzione: | Zlata Potancokova, Adriano Belli |
Soggetto: | Adriano Belli |
Sceneggiatura: | Adriano Belli |
Musica: | Gianni dell'Orso |
Animazione: | Studio 4 Rossella Del Turco, Italo Marazzi, Carlo Panerai |
Distribuzione: | Airone Cinematografica |
Sinopsi
Alì Babà è il giovane
figlio di un mercante finito schiavo del Re di Siviglia. La sua famiglia
è caduta in miseria ed egli cerca di aiutare la sorella Morgantina,
il fratello Tahieb e la governante inglese facendo il taglialegna.
Un giorno vedendo passare davanti a sè
Alia, la bella figlia del Sultano, si dice certo di riuscire a sposarla
e di diventare più ricco del padre di lei.
Ma intanto la giornata di lavoro non ha dato
alcun frutto e Alì porta a casa la legna invenduta. La governante
ha l'idea di condurre i ragazzi all'osteria del prozio Kasim, che tuttavia
non vuole aiutarli. Il giorno successivo Alì riparte per i boschi.
Una banda di ladroni assale e depreda il Conte di Todi e il suo scudiero.
Alì vede i ladri entrare in una caverna chiusa da una roccia, che
si scosta dopo aver pronunciato la formula magica: "Apriti Sesamo". Quando
i furfanti si allontanano, Alì entra nella caverna e riempie il
suo cappello di monete d'oro.
A casa la famiglia lo accoglie festosa; finalmente
la miseria è finita.
Per poter trasportare una maggior quantità
di monete, Alì chiede in prestito due otri allo zio oste e torna
quindi alla caverna. La moglie dell'oste, insospettita, ha posto della
pece sul fondo dei contenitori e, quando Alì li restituisce, gli
zii scoprono l'uso che ne è stato fatto.
Lo zio segue di nascosto Alì e vede
come entra nella caverna. Quando il nipote si allontana, egli vi si intrufola
e alla vista del tesoro comincia a farneticare.
Il tenore di vita a casa di Alì è
molto cambiato e può destare sospetti. La governante suggerisce
di ricoprire le monete che sono state riposte negli otri con una certa
quantità di miele che, attirando le formiche, costituisce una difesa
contro i malintenzionati.
La zia Fatima non vedendo tornare il marito
chiede aiuto alla famiglia di Alì. Il ragazzo tornando alla grotta
scopre casualmente il corpo morto dello zio avvolto in un tappeto e lo
porta via con sè. Quando giunge a casa, in gran segreto si decide
di fargli confezionare un abito dal sarto e di seppellirlo.
I ladroni arrivano alla grotta e, poichè
non ritrovano il cadavere dell'uomo, capiscono che il loro segreto è
ormai noto ad altri. Il capo dei briganti, Sadam, chiede suggerimenti prima
al farmacista e poi all'astrologo. Il dilemma è dove sia finito
il morto. L'astrologo indirizza i ladroni dal sarto. Questi dice di essere
stato bendato e trasportato in un posto segreto per prendere le misure
di un cliente. Egli può condurre il capo dei briganti in quel luogo
solo se viene bendato come la prima volta. La strana situazione che si
profila nelle strade del paese porta all'arresto di Sadam e del sarto che,
vengono poi liberati grazie alla parlantina del brigante.
Sadam è nuovamente a casa del sarto
quando la governante inglese e Morgantina, la sorella di Alì, arrivano
nel laboratorio per prenotare dei vestiti. Lasciano come anticipo una moneta
d'oro che Sadam riconosce come sua.
Intanto Alì si reca alla grotta e recupera
un grosso diamante da portare in dono al sultano per chiedere la mano della
figlia. Uscendo egli blocca il macigno posto all'ingresso con dei bastoni
e quando Sadam arriva alla caverna la formula magica non ottiene più
alcun risultato
Giunto a corte, Alì chiede la mano
della ragazza e si prepara quindi la festa di fidanzamento.
I ladroni hanno ormai individuato Alì
e la sua casa. Cercano di recuperare gli otri pieni di monete, ma le formiche
li mettono in fuga. Mentre la festa è in corso si nascondono allora
negli otri del vino, che vengono portati per il banchetto. La governante
invece di mescere il vino, decide di sigillare gli otri per spedirli in
Spagna insieme al fratello di Alì, che va a pagare il riscatto per
liberare il padre. Alì, divenuto così ricco e senza più
nemici, può vivere felice con la sua Alia.
Analisi
della struttura
Il soggetto del cartone si sipira liberamente
alla famosa fiaba Alì Babà e i quaranta ladroni.
Nel libro, Ali Babà è un povero
boscaiolo che avendo scoperto il segreto della grotta magica dove i ladroni
nascondono la loro refurtiva, si arricchisce sottraendo il tesoro ivi contenuto.
Quando il capo dei ladroni individua in Alì colui che che li ha
derubati di parte delle ricchezze depositate nella caverna, cerca di avvicinarsi
a lui per riappropriarsi del tesoro. Per due volte la serva di Alì
lo salva dal capo dei ladroni e la seconda addirittura lo uccide. Come
ricompensa per il coraggio e la fedeltà dimostrate, la giovane può
sposare il figlio di Alì, che ama da tempo.
Sulla scia della scelta disneyana di trasformare
in ragazzi i protagonisti adulti delle fiabe (si pensi ad esempio ad Alladin)
in questo film, Alì è il giovane figlio di un mercante caduto
schiavo del Re di Siviglia. Per questo motivo la sua famiglia è
diventata povera ed egli cerca di aiutarla facendo il taglialegna.
Il testo della canzone iniziale del film può
indurre in errore lo spettatore perchè narra del giovane Alì
come di un ragazzotto ignorante che accumula tesori rubati in un caveau
e per amore di una bella ragazza si trasforma in un tenero visir. Questa
descrizione piuttosto sommaria può far credere che il ladrone sia
Alì, il quale a voler ben vedere è in realtà un ladro
di refurtiva altrui che, tuttavia, non viene percepito come tale. Sottraendo
il tesoro ai cattivi egli allevia infatti la miseria della sua famiglia
e compie pertanto un'azione moralmente positiva.
Il film, a dire il vero, è sottilmente
ironico sulla figura di Alì. Quando esce per la prima volta dalla
grotta e aiuta il nobile denudato dai ladroni, il suo gesto non è
frutto di una generosità gratuita bensì appare come un atto
di magnanimità compiuto dall'alto della sua nuova posizione di ricco.
Questa sottigliezza è comunque non apprezzabile da parte degli utenti
preferenziali del cartone che sono da individuarsi fra i bambini delle
ultime classi elementari.
Quella che era una fiaba, nel cartone si trasforma
in un soggetto scherzoso nel quale si perdono le tensioni emotive e le
sollecitazioni psicologiche caratteristiche del racconto fiabesco.
La storia ha un'ambientazione araba, ma i
personaggi sono di varia provenienza etnica e appartenenza storica; si
va dal fratello punk di Alì Babà, al nobile crociato, alla
governante inglese. L'aspetto e il comportamento della maggior parte dei
personaggi li caratterizza in senso comico. Spicca per saggezza e serietà
il fedele somaro di Alì.
Vi sono numerose situazioni di comicità
dell'assurdo, oggi si direbbe di genere demenziale, che cercano di collocarsi
ad un livello accessibile al giovane utente. In realtà esse risultano
difficilmente godibili dal bambino (soprattutto i numerosi giochi di parole
e i riferimenti ai proverbi) che è tutto attento invece a seguire
i vari mutamenti di scena.
L'animazione si colloca a mezzavia fra quelle
grossolane dei cartoni giapponesi e quelle più fluide delle migliori
produzioni statunitensi. Sono molto piacevoli le musiche che comprendono
generi diversi, fra i quali anche un modernissimo rap.
Itinerari
didattici
Lettura della fiaba "Alì Babà
e i quaranta ladroni"
Elementi
per la discussione
Osservare come nel cartone i gruppi e gli
individui siano molto divisi e per nulla solidali. Povertà e denaro
sono elementi di divisione in una situazione dove i prepotenti e i ricchi
dettano legge.