Alì Babà
di Zlata Potancokova
 
Sinopsi
Analisi della struttura
Itinerari didattici
Elementi per la discussione
 

Dati generali
 
Produzione: Zlata Potancokova, Adriano Belli 
Soggetto: Adriano Belli
Sceneggiatura: Adriano Belli
Musica: Gianni dell'Orso
Animazione: Studio 4 Rossella Del Turco, Italo Marazzi, Carlo Panerai
Distribuzione:  Airone Cinematografica
Durata: 70' - Italia, 1995

Sinopsi
Alì Babà è il giovane figlio di un mercante finito schiavo del Re di Siviglia. La sua famiglia è caduta in miseria ed egli cerca di aiutare la sorella Morgantina, il fratello Tahieb e la governante inglese facendo il taglialegna.
Un giorno vedendo passare davanti a sè Alia, la bella figlia del Sultano, si dice certo di riuscire a sposarla e di diventare più ricco del padre di lei.
Ma intanto la giornata di lavoro non ha dato alcun frutto e Alì porta a casa la legna invenduta. La governante ha l'idea di condurre i ragazzi all'osteria del prozio Kasim, che tuttavia non vuole aiutarli. Il giorno successivo Alì riparte per i boschi. Una banda di ladroni assale e depreda il Conte di Todi e il suo scudiero. Alì vede i ladri entrare in una caverna chiusa da una roccia, che si scosta dopo aver pronunciato la formula magica: "Apriti Sesamo". Quando i furfanti si allontanano, Alì entra nella caverna e riempie il suo cappello di monete d'oro.
A casa la famiglia lo accoglie festosa; finalmente la miseria è finita.
Per poter trasportare una maggior quantità di monete, Alì chiede in prestito due otri allo zio oste e torna quindi alla caverna. La moglie dell'oste, insospettita, ha posto della pece sul fondo dei contenitori e, quando Alì li restituisce, gli zii scoprono l'uso che ne è stato fatto.
Lo zio segue di nascosto Alì e vede come entra nella caverna. Quando il nipote si allontana, egli vi si intrufola e alla vista del tesoro comincia a farneticare.
Il tenore di vita a casa di Alì è molto cambiato e può destare sospetti. La governante suggerisce di ricoprire le monete che sono state riposte negli otri con una certa quantità di miele che, attirando le formiche, costituisce una difesa contro i malintenzionati.
La zia Fatima non vedendo tornare il marito chiede aiuto alla famiglia di Alì. Il ragazzo tornando alla grotta scopre casualmente il corpo morto dello zio avvolto in un tappeto e lo porta via con sè. Quando giunge a casa, in gran segreto si decide di fargli confezionare un abito dal sarto e di seppellirlo.
I ladroni arrivano alla grotta e, poichè non ritrovano il cadavere dell'uomo, capiscono che il loro segreto è ormai noto ad altri. Il capo dei briganti, Sadam, chiede suggerimenti prima al farmacista e poi all'astrologo. Il dilemma è dove sia finito il morto. L'astrologo indirizza i ladroni dal sarto. Questi dice di essere stato bendato e trasportato in un posto segreto per prendere le misure di un cliente. Egli può condurre il capo dei briganti in quel luogo solo se viene bendato come la prima volta. La strana situazione che si profila nelle strade del paese porta all'arresto di Sadam e del sarto che, vengono poi liberati grazie alla parlantina del brigante.
Sadam è nuovamente a casa del sarto quando la governante inglese e Morgantina, la sorella di Alì, arrivano nel laboratorio per prenotare dei vestiti. Lasciano come anticipo una moneta d'oro che Sadam riconosce come sua.
Intanto Alì si reca alla grotta e recupera un grosso diamante da portare in dono al sultano per chiedere la mano della figlia. Uscendo egli blocca il macigno posto all'ingresso con dei bastoni e quando Sadam arriva alla caverna la formula magica non ottiene più alcun risultato
Giunto a corte, Alì chiede la mano della ragazza e si prepara quindi la festa di fidanzamento.
I ladroni hanno ormai individuato Alì e la sua casa. Cercano di recuperare gli otri pieni di monete, ma le formiche li mettono in fuga. Mentre la festa è in corso si nascondono allora negli otri del vino, che vengono portati per il banchetto. La governante invece di mescere il vino, decide di sigillare gli otri per spedirli in Spagna insieme al fratello di Alì, che va a pagare il riscatto per liberare il padre. Alì, divenuto così ricco e senza più nemici, può vivere felice con la sua Alia.

Analisi della struttura
Il soggetto del cartone si sipira liberamente alla famosa fiaba Alì Babà e i quaranta ladroni.
Nel libro, Ali Babà è un povero boscaiolo che avendo scoperto il segreto della grotta magica dove i ladroni nascondono la loro refurtiva, si arricchisce sottraendo il tesoro ivi contenuto. Quando il capo dei ladroni individua in Alì colui che che li ha derubati di parte delle ricchezze depositate nella caverna, cerca di avvicinarsi a lui per riappropriarsi del tesoro. Per due volte la serva di Alì lo salva dal capo dei ladroni e la seconda addirittura lo uccide. Come ricompensa per il coraggio e la fedeltà dimostrate, la giovane può sposare il figlio di Alì, che ama da tempo.
Sulla scia della scelta disneyana di trasformare in ragazzi i protagonisti adulti delle fiabe (si pensi ad esempio ad Alladin) in questo film, Alì è il giovane figlio di un mercante caduto schiavo del Re di Siviglia. Per questo motivo la sua famiglia è diventata povera ed egli cerca di aiutarla facendo il taglialegna.
Il testo della canzone iniziale del film può indurre in errore lo spettatore perchè narra del giovane Alì come di un ragazzotto ignorante che accumula tesori rubati in un caveau e per amore di una bella ragazza si trasforma in un tenero visir. Questa descrizione piuttosto sommaria può far credere che il ladrone sia Alì, il quale a voler ben vedere è in realtà un ladro di refurtiva altrui che, tuttavia, non viene percepito come tale. Sottraendo il tesoro ai cattivi egli allevia infatti la miseria della sua famiglia e compie pertanto un'azione moralmente positiva.
Il film, a dire il vero, è sottilmente ironico sulla figura di Alì. Quando esce per la prima volta dalla grotta e aiuta il nobile denudato dai ladroni, il suo gesto non è frutto di una generosità gratuita bensì appare come un atto di magnanimità compiuto dall'alto della sua nuova posizione di ricco. Questa sottigliezza è comunque non apprezzabile da parte degli utenti preferenziali del cartone che sono da individuarsi fra i bambini delle ultime classi elementari.
Quella che era una fiaba, nel cartone si trasforma in un soggetto scherzoso nel quale si perdono le tensioni emotive e le sollecitazioni psicologiche caratteristiche del racconto fiabesco.
La storia ha un'ambientazione araba, ma i personaggi sono di varia provenienza etnica e appartenenza storica; si va dal fratello punk di Alì Babà, al nobile crociato, alla governante inglese. L'aspetto e il comportamento della maggior parte dei personaggi li caratterizza in senso comico. Spicca per saggezza e serietà il fedele somaro di Alì.
Vi sono numerose situazioni di comicità dell'assurdo, oggi si direbbe di genere demenziale, che cercano di collocarsi ad un livello accessibile al giovane utente. In realtà esse risultano difficilmente godibili dal bambino (soprattutto i numerosi giochi di parole e i riferimenti ai proverbi) che è tutto attento invece a seguire i vari mutamenti di scena.
L'animazione si colloca a mezzavia fra quelle grossolane dei cartoni giapponesi e quelle più fluide delle migliori produzioni statunitensi. Sono molto piacevoli le musiche che comprendono generi diversi, fra i quali anche un modernissimo rap.

Itinerari didattici
Lettura della fiaba "Alì Babà e i quaranta ladroni"

Elementi per la discussione
Osservare come nel cartone i gruppi e gli individui siano molto divisi e per nulla solidali. Povertà e denaro sono elementi di divisione in una situazione dove i prepotenti e i ricchi dettano legge.