La chiave magica
di Frank Oz
 
Sinopsi
Analisi della struttura
Itinerari didattici
Elementi per la discussione
Idee
 

Dati generali
 
Produzione: Kathleen Kennedy, Frank Marshall e Jane Starts in associazione con Scholastic Productions
Soggetto: tratto dal libro "L'indiano nell'armadio" di Lynne Reid Banks
Sceneggiatura: Melissa Mathison
Direttore della fotografia:  Russell Carpenter
Musica originale: Randy Edelman
Montaggio: Ian Crafford
Interpreti: Hal Scardino (Omri) 
Litefoot(Piccolo Orso ) 
Lindsay Crouse (Jane) 
Richard Jenkins (Victor) 
Rishi Bhat(Patrick ) 
Steve Coogan (Tommy) 
David Keith (Boone) 
Tom Bewley ("Dart Vader") 
Keii Johnston ("G.I. Joe") 
J.R.Horsting ("Robocop")
Distribuzione:  Columbia Tristar Films Italia
Durata: 94' - Usa, 1995

Sinopsi
Per Omri è giunto finalmente il giorno del suo nono compleanno. I regali non mancano e alcuni sono particolarmente graditi: uno skateboard, un casco, un robot. Ci sono però due doni, sicuramente meno attraenti dal punto di vista estetico, che si dimostreranno di gran lunga superiori agli altri. Si tratta di un vecchio armadietto trovato tra i rifiuti (che gli viene regalato dal fratello) e di un indiano di plastica alto una decina di centimetri, dono dell'amico Patrick. Con l'aiuto della madre, che ha una vasta raccolta di chiavi, Omri riesce a trovare quella che meglio si adatta alla serratura del piccolo armadio. Ci mette dentro l'indiano e chiude.
Nella notte l'avventura ha inizio. Infatti, non avvertiti dal ragazzo, dall'armadietto provengono dei suoni soffocati. Al mattino, aprendo le ante, Omri si trova di fronte a una sorpresa davvero straordinaria: l'indiano è divenuto un essere vivente, pur conservando le sue ridotte dimensioni. Afferma di chiamarsi Piccolo Orso. Sia lui che Omri sono sconcertati da questa situazione ma, alla fine, debbono convenire che il fatto è realmente accaduto.
Omri decide di rivelare quanto è successo a Patrick, che è il suo migliore amico. I due decidono di non far sapere agli adulti quanto è accaduto. Patrick però, nonostante il parere contrario di Omri, mette nell'armadietto un cowboy di plastica che diventa a sua volta vivente. Boone, questo è il suo nome, ben presto si trova a combattere contro Piccolo Orso. Ai ragazzi tocca scoprire le conseguenze delle loro azioni. La camera di Omri diviene così campo di un'accesa battaglia che si concluderà con un'apparizione che consentirà sia ai due ragazzi che ai loro 'giocattoli viventi' di apprendere una lezione da non dimenticare.

Analisi della struttura
La chiave magica trova le sue origini in un libro, edito in Italia da Salani, dal titolo "L'indiano nell'armadio". Con oltre cinque milioni copie vendute e una serie di premi assegnati dai giovani lettori non poteva non diventare, prima o poi, un film anche se le sue origini sono decisamente più 'domestiche'. La storia nasce infatti da un racconto che l'autrice, Lynne Reid Banks, aveva fatto al figlio, che si chiama Omri come il protagonista del film, all'ora di andare a dormire.
Le dichiarazioni della scrittrice e della sceneggiatrice Melissa Mathison (sceneggiatrice di E.T.) si rivelano molto interessanti per quanto riguarda la chiave di lettura dell'intera vicenda."Naturalmente ero terribilmente emozionata all'idea che il mio libro sarebbe stato trasposto sul grande schermo, ma ero anche molto preoccupata che la storia rimanesse il più possibile credibile, che non vi fosse alcun elemento capace di diminuire la forza dell'idea che la magia è qualcosa di reale" ha dichiarato Lynne Reid Banks. Mentre Melissa Mathison sottolinea l'attenzione particolare che ha prestato alla fase di sviluppo fisico e psicologico che il giovane protagonista sta attraversando: "Nove anni sono un'età a cavallo tra l'infanzia e l'adolescenza. Omri non ha ancora assimilato alcuni concetti come, ad esempio, quello delle prove e degli errori che tutti dobbiamo attraversare per divenire grandi. Le giornate a fianco di Piccolo Orso lo aiutano a comprendere le differenze tra l'infanzia e la maturità. Diventerà una persona più attenta e comprensiva perchè per un po' ha visto il mondo attraverso gli occhi di Piccolo Orso".
Il film ha richiesto un massiccio intervento della Industrial Light & Magic di George Lucas ma l'esibizione degli effetti speciali non è stata prevaricante rispetto ai valori che il film voleva promuovere. Potrà essere però interessante per gli alunni sapere che, dato che i personaggi dovevano corrispondere a un ventiquattresimo delle normali dimensioni, ogni oggetto di scena con cui dovevano interagire o attorno al quale dovevano camminare è stato costruito di dimensioni ventiquattro volte più grandi spostando di conseguenza la macchina da presa 24 volte più lontano e più in alto.
Per quanto riguarda poi il tema principale è legato al percorso dell'apprendere che si esplicita in due filoni principali. Il primo, più 'universale', è legato al processo di crescita di un bambino. Omri, nel corso della vicenda, impara a conoscere il potere della fantasia ma, soprattutto, il rispetto per i valori altrui e l'ineluttabilità della conclusione del ciclo della vita. Si trova inoltre spinto a valutare i rischi che stanno all'interno delle immagini televisive più violente e coinvolgenti.
Omri scopre inoltre (e questo è il filone più specificamente 'americano' ma che può essere concettualmente trasposto anche nelle altre realtà) le radici autentiche della storia patria. Piccolo Orso, è interpretato da Litefoot, il primo musicista rap pellerossa membro della nazione Cherokee. L'attore ricorda che "Piccolo Orso sta vivendo la sua vita normale nell'anno 1761 quando d'improvviso si ritrova dentro il mobile. Fa parte della nazione Onondaga, che appartiene alla confederazione Irochese. All'epoca di Piccolo Orso la sopravvivenza dipendeva dalle capacità di adattamento all'ambiente circostante e penso che questo spieghi come mai Piccolo Orso riesca così bene ad adeguarsi a questo nuovo mondo pieno di giganti. Appena capisce che Omri è un ragazzino e non un Grande Spirito, Piccolo Orso si mette ad insegnargli delle cose. Uno dei messaggi più importanti del film è che possiamo tutti apprendere dagli altri, a prescindere dall'età o dal luogo da cui proveniamo". E' stata utilizzata anche una consulente del popolo Onondaga, di nome Shenandoah, che conferisse all'indiano le caratteristiche precipue di quel popolo. Ella afferma: " Ho parlato con persone della mia comunità esperte in settori diversi. In questo film ho visto un'opportunità per eliminare alcuni stereotipi. Molta gente non ha idea che il mio popolo è vivo e vitale e che segue ancora molti dei nostri stili di vita tradizionali. Una delle scoperte di Omri nel corso del film è che il nostro popolo tiene in altissima considerazione tutte le componenti della Natura." Per rafforzare poi l'interesse per un passato trattato troppo spesso con facili schematismi si è sviluppato in chiave particolare il personaggio di Boone, il cowboy. E' ancora la Mathison a parlare: "Nella Lega delle Sei Nazioni indiane, gli Onondaga sono i Portatori della Luce, i Guardiani della Fiamma. La realtà del diciottesimo secolo da cui proviene Piccolo Orso è tale che l'uomo bianco non è ancora divenuto la minaccia che sarebbe stato in seguito, mentre nel mondo di Boone le tradizioni dei pellirossa sono state calpestate. Quando si incontrano, si affrontano reciprocamente come esseri umani e non come la minaccia che le loro razze rappresentano l'una per l'altra. Per Boone è una grande lezione apprendere che gli indiani sono gente come lui." La memoria storica quindi, attraverso la rivisitazione in chiave fantastica di uno degli elementi fondamentali della storia degli Stati Uniti, viene proposta come uno dei possibili e più forti antidoti al razzismo.

Itinerari didattici
Il rispetto delle minoranze
1) Il concetto di minoranza etnica
2) La tutela degli appartenenti alle minoranze etniche
3) Ricerca sulle minoranze etniche presenti in Italia

Elementi per la discussione
- Esiste un'età in cui si 'deve' smettere di fantasticare?
- I doni più costosi sono sempre i più graditi?
- Riusciamo a ricordarci di quando eravamo 'piccoli' e tutto quanto ci circondava ci sembrava enorme?
- Nella realtà è possibile rinunciare ai ruoli precostituiti ( quello di 'nemici' ad esempio) per cercare di comprendere gli altri e di farsi comprendere?
- Cosa sappiamo degli indiani d'America?
- E' vero che la televisione 'fa male'? A chi?
- Il ruolo di un vero amico è quello di uno che ti dà sempre ragione?

Idee
Incontro con esponenti di una minoranza linguistica o etnica o con appartenenti a comunità non italiane presenti in loco per cercare di conoscere la loro storia personale e le tradizioni del loro popolo.