Le sale in Europa ed i film europei più visti nel 1998

Quanto spesso va al cinema un Olandese? Quanti sono i multiplex in Europa? Quali sono stati i film europei più visti in Spagna? Quanti biglietti vendono i multiplex in Ungheria? Qual è il prezzo massimo del biglietto in Gran Bretagna?
A domande di questo tipo risponde l’Annuario Statistico del Cinema Europeo, presentato da MEDIA Salles a Berlino, il 14 febbraio, insieme con un imponente "Source Document" che, in quasi 500 pagine, raccoglie i profili nazionali di 31 paesi.
Dall’Islanda a Cipro, dal Portogallo all’Estonia, l’Annuario di MEDIA Salles, giunto all’ottava edizione e comprendente ora anche Croazia, Lettonia e Iugoslavia, permette di cogliere la situazione dell’esercizio cinematografico e le caratteristiche del consumo di cinema in sala dal 1989 al 1998.
Emerge così che questo decennio ha visto, in Europa Occidentale, aumentare il numero degli schermi e degli spettatori ed allo stesso tempo espandersi il modello "multiplex".
Nel ’98 nei 18 paesi occidentali gli spettatori sono stati 843 milioni (+ 7,1% rispetto al 1997). Questo può essere considerato un risultato per certi versi eccezionale, visto l’enorme e generalizzato successo di Titanic, ma anche la conferma della tendenza positiva che ha contraddistinto gli anni ’90. In questo decennio l’Europa Occidentale ha infatti guadagnato circa 200 milioni di spettatori.
 
I film
Che cosa hanno visto gli spettatori dell’Europa Occidentale nel 1998? Sicuramente molti film americani: la loro quota di mercato si è infatti collocata tra il circa 65% della Francia e dell’Italia e il 90% dei Paesi Bassi. Alcuni titoli, come per esempio Armageddon, Saving Private Ryan e There’s something about Mary, si sono collocati tra i primi 10 film più visti in quasi tutti i mercati analizzati.
I film nazionali hanno ottenuto una quota superiore al 10% in Danimarca, Spagna, Finlandia, Svezia e Regno Unito, superiore al 20% solo in Italia e Francia. Decisamente poco soddisfacente è stato l’andamento dei film tedeschi in patria: nel 1998 hanno guadagnato solo l’8,1%, mentre nel 1997 e 1996 si erano collocati oltre il 15%.
Alcune produzioni nazionali hanno peraltro ottenuto delle affermazioni molto buone, collocandosi al secondo posto nella classifica dei film più visti, alle spalle di Titanic. E’ il caso della Norvegia con Solan, Ludvig og Gurin med Reverompa (5,9% delle presenze totali); della Finlandia con Kuningasjätkä (4,3%); dell’Austria con Hinterholz 8 (3,9%); della Danimarca con Festen (3,5%). La Francia non solo vede Le dîner de cons (5,1%) al secondo posto, ma altre due produzioni nazionali in terza e quarta posizione: Les visiteurs 2 (4,6%) e Taxi (3,7%). Situazione simile alla Francia è quella dell’Italia che alle spalle di Titanic piazza Tre uomini e una gamba (2,4%) e La vita è bella (2,2%). In Svezia Fucking Åmål (col 3,6% delle presenze) è invece terzo, preceduto di poco da Armageddon (3,7%). Torrente in Spagna (2,5%) è ugualmente terzo. Da segnalare è anche la situazione dei Pesi Bassi che, nel 1998, riescono a collocare all’ottavo posto tra i film di maggiore successo una produzione nazionale: Abeltje.
Tra i film europei che hanno conosciuto delle buone affermazioni anche al di fuori del paese di origine spicca Le dîner de cons, che compare nella classifica dei primi 10 film europei in Belgio, in Svizzera, in Lussemburgo.
Tra i film italiani che si siano collocati nella classifica dei 10 film europei più visti in almeno un paese europeo figurano Hamam (in Danimarca, in Svezia e nei Paesi Bassi) e, ovviamente, La vita è bella, che si è aggiudicato più di 3 milioni di presenze in Francia (conquistando il 1° posto nella classifica dei primi 10 film europei), 328 mila in Belgio (3° posto), 263 mila in Svizzera (2° posto), 46 mila nei Paesi Bassi (6° posto), 19 mila in Lussemburgo (2° posto).
Più inaspettati sono risultati come quello de Il macellaio in Iugoslavia (17 mila presenze, 8° posto nella classifica dei primi 10 film europei), e Salò o le 120 giornate di Sodoma in Repubblica Ceca (27 mila presenze, 9° posto).
 
Il parco sale
Nel 1998 nei 31 mercati analizzati da MEDIA Salles, che totalizzano più di 560 milioni di abitanti, operavano circa 26.650 schermi. La loro distribuzione sul territorio risulta peraltro assai ineguale, dal momento che nei paesi dell’Europa Centrale ed Orientale e del Bacino del Mediterraneo, che rappresentano il 32% della popolazione, se ne trovavano solo 4.250.
La tipologia del multiplex – alla quale, ai fini statistici, MEDIA Salles attribuisce i complessi con almeno 8 schermi – era presente nel 1998 in 21 dei 31 paesi analizzati. Al 1° gennaio 1999 i multiplex erano 402, per un totale di 4.252 schermi, rappresentando il 15,9% di tutti gli schermi dei 31 paesi, ed il 16,9% degli schermi nei paesi che dispongono di almeno un multiplex.
Belgio e Gran Bretagna, che da anni registrano la maggior densità di schermi nei complessi multiplex, nel 1998 hanno mantenuto i loro record: rispettivamente 42,7% e 46,3%. Germania e Francia hanno diminuito le distanze passando rispettivamente da 14,1% a 16,4%, e da 15,2% a 17,3%.
Al 31 ottobre 1999 i multiplex sono ormai diventati 470, per un totale di 4.967 schermi.
Alcuni territori, nel 1999, sono stati caratterizzati da un rapido incremento del numero dei multiplex. Sotto questo profilo, è la Spagna a detenere il primato.
Tra i paesi che solo recentemente hanno visto la costruzione di complessi con almeno 8 schermi, si nota, nei primi 10 mesi del ’99, l’apertura di due multiplex in Italia, di uno nella Repubblica Ceca e uno in Polonia. In Finlandia, al primo multiplex aperto nel ’98, se ne sono aggiunti due (altri 24 schermi).
Per consentire una più approfondita valutazione del "fenomeno multiplex", MEDIA Salles ha iniziato quest’anno a pubblicare il numero di biglietti venduti nei multiplex. Emerge così, per esempio, che i 16 complessi multiplex del Belgio, con un numero di schermi pari al 42,7% del totale, hanno totalizzato nel 1998 17 milioni di presenze, ovvero il 68,2% dei biglietti venduti nel paese.
Aumentando le tipologie di informazioni ed estendendo l’analisi ad un numero di paesi sempre più elevato, l’Annuario di MEDIA Salles punta a confermare il suo ruolo di strumento di riferimento per gli operatori dell’industria cinematografica, come ha sottolineato Jacques Delmoly, capo del Programma MEDIA, nel suo intervento alla presentazione a Berlino.
 
Elisabetta Brunella
Pubblicato su "Giornale dello Spettacolo", 3 marzo 2000