Teatro dei Fabbri
 

Paese
Cinema
Città
N. di schermi
Italia
Teatro dei Fabbri
Trieste
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Trieste è una città dove ancora si va al cinema! Le sale cinematografiche non sono scomparse dalle vie cittadine e alla fine di gennaio si tiene anche il "Trieste Film Festival", rassegna di documentari, lungometraggi e cortometraggi che sono premiati dal pubblico.
Trieste è una città di teatri e di gente per le strade, non solo nella stagione estiva lungo il mare, nelle piazze salotto, nelle stradine più antiche, ma anche di inverno. Si sfida il terribile vento di bora ritrovandosi nei caffè ottocenteschi o nei ristoranti di tutti i tipi, sempre pieni di persone e conversazioni. Luogo di confine tra mondi diversi, dove la storia dialoga con la contemporaneità, questa città di mare cerca di reinventarsi continuamente mantenendo intatto il suo orgoglio di grande porto del Mediterraneo.
Il "Teatro dei Fabbri" è una sala piccola, nell'omonima Via Fabbri, nella Trieste delle stradine che, un po' scoscese all'inizio, rischiano poi di diventare ripidissime.
La sala era un teatrino solo fino a qualche tempo fa, come riporta ancora l'insegna. Da due anni, il suo gestore - Isidoro Brizzi - figura di spicco nel panorama cinematografico triestino - ne ha fatto un cinema d'essai e ha scommesso sul rilancio del cinema indipendente europeo. A stare a quanto dicono i primi bilanci, l'ambiziosa scommessa è stata vinta. "È una strada in salita mandare avanti una sala cinematografica oggi, però ce la si può fare" ammette Brizzi. Lui fa tutto qui dentro, dalla vendita dei biglietti alla scelta dei film, che cerca sui circuiti meno pubblicizzati e grazie alle immense possibilità della rete. "Cerco cinema indipendente, soprattutto europeo, anche se qualche volta riesco pure a proporre qualche pellicola indipendente americana. I consigli, le dritte su qualche buon titolo, che non passa per la grande distribuzione, me la danno gli amici cinefili che girano per i festival, a Cannes, Venezia, Berlino. Io non ho più tempo di muovermi da qui".
La piccola distribuzione permette una diversa organizzazione delle proiezioni e maggiore varietà di titoli che vengono proiettati in formato elettronico. Due film ogni giorno, perlopiù in versione originale: una scelta per il pomeriggio e una per la sera, con una programmazione che cambia ogni settimana.
Il proiettore digitale alla sala dei Fabbri, almeno per il momento, non c'è, e neanche il 3D o la connessione satellitare, ma il successo di pubblico si guadagna con film azzeccati e di generi diversi. Oggi, per esempio, la proposta spazia da un'opera collettiva sulla Storia, come il film sulla Prima Guerra Mondiale "I Ponti di Sarajevo", alla storia intima come quella raccontata da "Violette", su Simone de Beauvoir e la sua amica Violette Leduc.
Il cinema torna ad essere un luogo dove andarsi a rifugiare in una domenica noiosa per scoprire che ci sono ancora storie da raccontare.

Elisabetta Galeffi

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