Tutti diversi, tutti digitali Questa rubrica ospita ritratti di cinema d'Europa e del resto del mondo assai diversi tra loro, ma accomunati dal fatto di aver adottato la proiezione digitale. Kinopalace
Leopoli, con i suoi 750.000 abitanti, è oggi la settima città dell'Ucraina. Nella lingua del Paese si chiama Lviv, ma è nota anche coi nomi di Lemberg, Lwów e Lvov, che riflettono la sua storia complessa e la sua appartenenza all'Impero Austroungarico, alla Polonia, all'Unione Sovietica. Solo 73 chilometri la separano dal confine polacco e quindi dall'Unione Europea, una realtà a cui guarda con vivo interesse. Cosa che non può sfuggire nemmeno al più distratto dei turisti, visto il grande numero di bandiere blu a stelle dorate che sventolano su palazzi pubblici e non! Più simile nell'architettura, in virtù del suo passato austroungarico, a Budapest, o addirittura a Trieste, che non a Mosca o ad altre città del mondo slavo, Lviv, anche per quanto riguarda i cinema - a parte le scritte in caratteri cirillici -, assomiglia a tanti centri della Mitteleuropa. Nel cuore della città, nella Via "Teatralna", sorge il Kinopalace. Collocato di fianco al più raffinato hotel di Lviv e circondato da edifici antichi e prestigiosi, il Kinopalace si contraddistingue per i suoi ampi spazi e un'eleganza un po' démodée, con la quale contrastano i poster dei film internazionali più attuali, da Emoji a Valerian, dall'ultimo Transformers a Cattivissimo me 3. Tuttavia, a ricordarci che non siamo a Vienna o a Lubiana, ci pensano innanzitutto i prezzi del biglietto: una proiezione, anche in 3D, qui costa 75 grivnie, cioè poco più di due euro (e prima delle 14.00 addirittura solo 55). Ma ciò che davvero colpisce il visitatore e lo fa precipitare nella realtà drammatica dell'Ucraina di oggi è la mostra fotografica allestita nell'atrio che conduce al Kinopalace: un reportage sulla guerra in corso al confine orientale del Paese. Così lontano, così vicino ... |