La diversità dei contenuti: parola chiave per la vitalità della sala cinematografica
di Elisabetta Brunella

Che la diversità sia un atout in natura e per la cultura è fuor di dubbio, ma i numeri sulla frequenza delle sale cinematografiche in questo annus horribilis sembrano confermare che lo sia anche per il cinema.

I dati già disponibili su presenze o incassi nelle sale cinematografiche mondiali, sui dodici travagliatissimi mesi del 2020, confermano il crollo che avevamo già rilevato per i primi nove mesi e comunicato nel DGT Online Informer 171. Anzi, dipingono una situazione ancora più negativa dal momento che le misure restrittive, adottate un po' ovunque nell'ultimo trimestre, non hanno ToloToloconsentito di consolidare la timida ripresa iniziata nell'estate ed hanno portato alla perdita della stagione natalizia, periodo cinematografico per eccellenza.

E così, dopo un 2018 da record e un 2019 comunque molto buono, gli Stati Uniti, il primo mercato mondiale, vedono i loro incassi diminuire dell'80%. Risultati molto negativi anche in Europa, ma in misura complessivamente di poco minore. Nel Vecchio Continente i cali degli spettatori vanno dal 76% di Regno Unito e Irlanda al 57% dei Paesi Bassi, passando per il 72% di Spagna e Italia e il 69% di Germania e Francia. Ad influire sulle performances dell'esercizio sono, ovviamente, la durata del lockdown imposto alle sale ed il grado di severità delle limitazioni sui posti vendibili, ma anche la presenza di produzioni che localmente hanno permesso - almeno in parte - di rimpiazzare i film a stelle e strisce la cui uscita è stata fermata in attesa di tempi migliori per il grande schermo o addirittura dirottata sulle piattaforme.

Le produzioni che sono giunte in soccorso alla programmazione quasi completamente privata dei blockbuster sono principalmente nazionali. Di scuola è il caso dell'Italia, dove i film tricolori, con in testa "Tolo Tolo", di Checco Zalone, e "Odio l'estate", di Aldo, Giovanni e Giacomo, si aggiudicano il 56% del totale del box office. Pure in Francia la quota di mercato dei film domestici è sensibilmente salita, collocandosi al 45%, ovvero dieci punti percentuali in più rispetto all'anno precedente, a fronte di un crollo di 15 punti per i film statunitensi passati dal 56% al 41%. Tra i film dell'esagono emerge "30 jours max" il titolo nazionale più visto, scelto da oltre un milione di spettatori. Fuori dall'Europa, il mercato giapponese, che si è contratto complessivamente del 61%, deve la sua tenuta in larga parte alla produzione nazionale, a cominciare da "Demon Slayer" il manga dall'eccezionale performance al botteghino.

Ma un'altra positiva sorpresa viene dal settore dei contenuti aggiuntivi. La panoramica offerta da ECA - l'organizzazione che raggruppa professionisti e aziende del settore dei contenuti aggiuntivi - mostra che il peso di questo tipo di produzioni sul box office totale ha conosciuto, dalla riapertura pressoché generalizzata delle sale avvenuta in giugno sino ad ottobre, un aumento sensibile, praticamente ovunque.

Se, a livello mondiale, colpisce il risultato del Brasile, dove i contenuti aggiuntivi sono passati dallo 0,3% al 3,9%, anche in Europa gli incrementi non sono trascurabili. In Germania l'incidenza dei contenuti aggiuntivi è passata dall'1,3% all'1,8%, in Italia dal 2,5% al 3,4%, nel Regno Unito - il paese europeo leader in questo settore - dal 4,0% al 4,2%. Nel mese di settembre 2020, gli incassi dei contenuti aggiuntivi hanno abbondantemente oltrepassato nel Regno Unito e in Irlanda il milione di sterline.

Se, parlando di film in senso tradizionale, il titolo "faro" è stato "Tenet", nel settore dei contenuti aggiuntivi il vero successo internazionale è stato "Break the Silence: The Movie", che negli Stati Uniti si è piazzato dodicesimo per incasso tra i titoli usciti dopo l'insorgenza della pandemia. Ma il quarto film dei BTS ha raggiunto anche la quinta posizione in Brasile e si è collocato nelle top 20 in Italia, Regno Unito e Irlanda, nonché nella sua madrepatria, la Corea del Sud.

Di fronte, insomma, ad uno stop delle uscite delle produzioni cinematografiche in senso stretto, i contenuti aggiuntivi si sono rivelati una risorsa per le sale cinematografiche alla ricerca di produzioni adatte ad arricchire la loro programmazione. Senza contare che i contenuti aggiuntivi tendono a "non passare di moda": per chi ami la musica - pop o classica, l'opera come il balletto - rivedere sul grande schermo eventi ed allestimenti che hanno segnato la storia del genere è sempre uno spettacolo ricco di interesse. Dei 45 titoli distribuiti in ottobre nel Regno Unito e in Irlanda, solo 11 erano nuovi.

Che i distributori di contenuti aggiuntivi siano pronti a sostenere l'auspicata ripresa del consumo cinematografico in sala lo dimostra non solo ciò che è avvenuto in questi mesi, ma anche la ricchezza dei listini pubblicati per il 2021, sfidando l'incertezza di questo periodo dallo sguardo strabico, fissato da una parte sulla recrudescenza della pandemia e dall'altra sul ritorno alla normalità promessa dal vaccino.

E così Rising Alternative, storico marchio dei contenuti aggiuntivi acquisito dalla spagnola A Contra Corriente, propone l'Opéra de Paris anche dal vivo con il "Faust" e "Notre-Dame de Paris" e pure prestigiose performances registrate, tra cui "A riveder le stelle", lo spettacolo che ha sostituito la prima della Scala di Milano.

Made in Spain sono anche, in versione registrata, "La Traviata" e la "Tosca" del Gran Teatre del Liceu di Barcellona nonché la "Turandot" e "Billy Budd" del Teatro Real in Madrid, distribuiti da Versión Digital, il cui listino comprende anche una serie di titoli intramontabili dall'Arena di Verona, come "Il Barbiere di Siviglia", "Aida", "Nabucco", "Turandot" e "Carmen", che coprono il periodo 2010 - 2018.

Ma non c'è solo musica: Versión Digital presenta anche il documentario "Almost Ghosts" realizzato dalla regista Ana Ramón Rubio, premiato come miglior documentario all'Arizona International Film Festival del 2019.

Nell'Europa Centro-Orientale anche Pannonia Entertainment propone visual music, ma non solo. Forte di un'esperienza di ormai otto stagioni, questa dinamica casa di distribuzione, nata in Ungheria, ma attiva su sei mercati, conta di portare anche nel 2021 le opere e i balletti della Royal Opera House.

Un altro appuntamento tradizionale è quello con André Rieu: infatti è la volta di "Andre Rieu Magical Maastricht: Together In Music" in distribuzionePompeii in Ungheria come anche il più recente concerto di uno dei suoi solisti, Mirusia. Lo vedranno pure nella Repubblica Ceca e in Slovacchia, Romania e Polonia, non appena le sale riapriranno. Ancora musica, ma in forma di documentario, con "Up from The Streets - New Orleans: City of Music" e con "Ronnie Wood - Somebody Up-There Likes Me", sul chitarrista dei Rolling Stones.

Al pubblico più giovane di Ungheria e Romania si rivolge invece il concerto della nuova band tutta femminile, le Little Mix.

Fellini SpiritsAccanto alla musica, Pannonia Entertainment continuerà a portare alla ribalta il balletto, attraverso proiezioni del Matthew Bourne Ballet in Polonia e Slovacchia, e col documentario su "Béjart Ballet for Life" che uscirà a breve in Ungheria.


Pannonia Entertainment non smetterà di celebrare la grande arte di tutte le epoche e di rendere omaggio ai classici del cinema. Proporrà quindi al pubblico ungherese art films quali "Botticelli, Florence and the Medici"; "Pompeii - Sin City"; "Raphael"; "Munch - Love Phantoms and Lady-Vampires", oltre al documentario "Fellini of the spirits", tributo al grande maestro del cinema italiano, mentre nella Repubblica Ceca e in Slovacchia prevede di redistribuire "Total recall". Sempre per i documentari d'arte, è atteso in tutti i sei paesi in cui è attiva Pannonia, l'episodio della serie su Dalì dal titolo "Salvador Dalí: The Youth Diaries".

Le fonti sull'andamento dei mercati nazionali nel 2020 sono Box Office Mojo e Comscore.

Questo testo si basa su un articolo pubblicato sul numero di Berlino di Cinema & Video Int'l, media partner di MEDIA Salles


 

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