Olanda: la nouvelle vague è il "novel food"

Che l'Olanda sia un paese permissivo lo pensano un po' tutti. Questo cliché trova una conferma anche nel campo del “novel food”, la suggestiva espressione che, strizzando più o meno volontariamente l'occhio alla nouvelle cuisine, in realtà designa - secondo l'UE - quei cibi che fino al 1997 non erano significativamente diffusi tra la popolazione europea. Per dirla chiaramente, vermi e insetti. In questo campo i Paesi Bassi e il Belgio, insieme all'extracomunitaria Svizzera, sono decisamente un passo avanti.

Prova ne sia che l'hamburger di grilli spicca nel menù del Ristobar del Cinecitta di Tilburg. Con 16,50 euro si può avere un assaggio del cibo che verrà, facendo il pieno di proteine e al tempo stesso alleggerendo la propria impronta ecologica. Questa è peraltro la filosofia del Cinecitta, il cinema d'essai che dal 1983 continua una tradizione centenaria di proiezioni nella città del Brabante settentrionale, più o meno a metà strada tra Anversa e Rotterdam.

Rinnovato ed ampliato nel 2012 e poi ancora nel 2020, il Cinecitta, che col suo nome rende esplicitamente omaggio agli studi di produzione romani, ha sempre puntato sulla qualità dei film - volutamente scansando i blockbusters - e, negli anni più recenti, sulla scelta verde. Se l'edificio storico, che risale al 1904, è stato mantenuto, l'ala aggiunta ultimamente presenta una batteria di pannelli solari che forniscono il 25% dell'energia necessaria per il funzionamento di questo multisala urbano.

Per il resto Cinecitta si avvale di energia verde, prodotta da fonti rinnovabili, e non utilizza gas, nemmeno per il Ristobar che ha scelto la cottura per induzione. Inoltre il calore che viene generato dall'attività dei cinque proiettori, che servono altrettanti schermi, invece di andare disperso come normalmente accade, viene reimmesso nel sistema di riscaldamento, con una soluzione unica al mondo.

Questo consente anche di risparmiare sull'aria condizionata che è necessaria, nella cabina di proiezione, per consentire il funzionamento ottimale delle macchine. “La sostenibilità - ha affermato Jasper Naaijkens, programmatore di Cinecitta, in un panel organizzato dal Creative Europe Desk MEDIA e da Birgit Heidsiek, FFA Green Cinema Officer, all'inizio di ottobre - è proprio nel DNA del nostro cinema.

L'hamburger di grilli, o quello vegetariano a base di alghe coltivate in Olanda, che appare nel menù sin dal 2014, non sono pure curiosità. Sono parte di una strategia ben precisa, che ha come obiettivo l'attuazione di una vera e propria economia circolare. Non a caso per i nostri arredi abbiamo fatto ricorso a prodotti di seconda mano. Sempre in questo spirito usiamo stoviglie di carta originate da scarti agricoli, mentre per le pulizie abbiamo adottato detergenti biodegradabili e stracci in bambù.”

Un approccio analogo anche per Het Ketelhuis, un altro cinema d'essai, questa volta a Amsterdam, riconosciuto pure per la sua ricca programmazione per bambini e ragazzi. Come a Tilburg, il segno più immediatamente evidente della sensibilità per l'ambiente è la proposta, nel caffè annesso al cinema, di cibi più compatibili con l'ecosistema: tutti i piatti sono rigorosamente vegetariani, mentre il latte e il caffè sono bio.

C'è tuttavia anche un valore in più, che viene dalla scelta di rifornirsi di caffè da un'impresa di torrefazione che impiega ex detenuti, dando loro una seconda chance. Insomma, se nell'articolo precedente dicevamo che i cinema del futuro prossimo saranno più verdi, possiamo ora aggiungere che saranno anche più attenti alle istanze di cambiamento che emergono dalla società, in campo ambientale, ma non solo.

O magari farsi addirittura anticipatori - con le loro strategie e ovviamente con la loro programmazione - dei mutamenti di sensibilità e stili di vita.

Questo articolo è stato pubblicato nel n. 185 di Cinema & Video Int'l, media partner di MEDIA Salles.

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