Le presenze nelle sale dei più importanti mercati europei
Presenze (x 1 000)

1) dati Cinetel
2) Fonte per gli anni 2016-2020: Federal Fund for Economic and Social Support of Russian Cinematography
(Cinema Fund)

L’Europa a due velocità
di Elisabetta Brunella

Lo si è detto spesso, ma vale anche stavolta: il consumo di cinema sul grande schermo in Europa presenta sovente - forse quasi sempre - caratteristiche diverse a seconda dei paesi.
E anche il 2021 - secondo anno segnato dalla pandemia - che pure non ha risparmiato nessun territorio del Vecchio Continente - non sfugge a questa regola, se consideriamo l'andamento delle presenze in sala.

I dati definitivi, mentre scriviamo, non sono ancora disponibili, eppure, già sulla base di cifre provvisorie o di stime, non mancano letture e commenti di segno diverso, che oscillano tra preoccupazione e ottimismo. Il 2022 sarà effettivamente l'anno del ritorno in sala? O darà ragione a chi ipotizza che prevarranno le nuove forme di consumo dei prodotti audiovisivi esplose durante il lockdown?

Ma vediamo i numeri.
Tra i sei maggiori mercati europei, cinque chiudono il 2021 col segno più, mentre uno solo - l'Italia - mostra una leggera flessione. Secondo Cinetel gli spettatori nel Bel Paese sono diminuiti di circa l'11%. La limatura degli incassi si è fermata invece al 7%, confermando la tendenza, questa volta generalizzata, ad un lieve aumento del prezzo medio del biglietto.

Tra le ragioni alla base dell'arretramento rispetto al 2020, che a sua volta aveva visto un calo del 70%, ci sono i quattro mesi di chiusura da gennaio al 26 aprile. Ma l'avvio del 2020 era stato particolarmente brillante per le sale italiane. Un segnale positivo che dà motivo di speranza per il 2022 è venuto nel 2021 dal periodo prenatalizio, giusto prima dell'introduzione di norme più severe per l'accesso in sala: le presenze sono state inferiori solamente del 10% circa all’analogo periodo del 2019, quando il Covid ancora non si conosceva.

Prima di passare agli altri maggiori mercati europei, diamo uno sguardo a un territorio che, come l'Italia, chiude col segno meno, ma che registra una diminuzione degli spettatori percentualmente più marcata. Si tratta della Turchia, un mercato che negli ultimi 20 anni aveva visto quadruplicare gli schermi e quasi triplicare gli spettatori. Nel 2021 i dati finora disponibili parlano di un decremento che sfiora il 30% e che si aggiunge al calo di circa il 70% patito nel 2020.

Notizie più improntate all'ottimismo vengono invece dalla Germania. Qui le statistiche che FFA ha appena pubblicato in occasione della Berlinale mostrano che i biglietti venduti nel 2021 sono stati 42,1 milioni, L'aumento rispetto al 2020 si colloca al 10,4%

Andamenti più incoraggianti emergono dai dati forniti dal CNC per la Francia che, beneficiando di un incremento di circa il 47%, totalizza oltre 96 milioni di spettatori, aggiungendone oltre 30 milioni a quelli del 2020.
Un aumento percentualmente più elevato è quello registrato in Spagna, territorio che cresce di quasi il 52%, arrivando a 41 milioni di spettatori, ovvero circa 14 milioni in più rispetto al 2020.

Ancora più netto è il recupero del Regno Unito che vede aumentare i biglietti venduti di circa il 68%. Dai 44 milioni del 2020 si passa ai 74 del 2021. Si può aggiungere che il più piccolo mercato della vicina Irlanda segue a ruota e mostra un tasso di crescita di poco inferiore al 60%.

Con un balzo del 65% la Russia si conferma primo mercato europeo per numero totale di presenze in sala, che nel 2021 superano i 145 milioni.

Che cosa hanno visto gli spettatori del 2021?
Qui la risposta è abbastanza facile: il 2021 è stato, a differenza del 2020, l'anno dei blockbusters "made in USA", tra cui quelli la cui uscita era stata rimandata a causa della pandemia. E così "Spider-Man: No Way Home", "Dune", "Fast & Furious 9" compaiono nella top ten di tutti i sei principali mercati europei. Li tallonano "No Time to Die" e "Venom", che si impongono tra i dieci campioni di incasso in cinque di quegli stessi territori.

A fare la differenza è il peso dei film nazionali. Nella top ten assoluta in Italia arriva solo "Me contro Te" (6,8% del gbo della top ten), in Spagna "A todo tren. Destino Asturias" (9,8%).

In Francia i campioni sono tre ("Kaamelott-premier volet , "Les Tuche 4" e "BAC Nord" che totalizzano il 26,0%), in Germania due ("Schule der magischen Tiere" e "Kaiserschmarrndrama": 10,4%) e due in Russia (entrambi episodi della saga fantasy "The Last Bogatyr": 24%).

Certo per i film nazionali, un po' in tutt'Europa, questo è stato un anno decisamente diverso dal precedente. Allora, nel primo anno del Covid e del lockdown, erano stati il baluardo del cinema sul grande schermo, con quote delle presenze eccezionalmente elevate, che hanno sfiorato, o addirittura largamente superato il 50% in tanti mercati, come Russia, Repubblica Ceca, Danimarca, Polonia e Italia. Per non parlare di una punta dell'80% in Turchia. Ora sono tornati al loro ruolo più abituale, quello minoritario. Da questo punto di vista il 2021 è già tornato "back to normal".

Questa è una versione aggiornata dell’articolo pubblicato nello speciale Berlinale di Cinema & Video Int'l, media partner di MEDIA Salles.


<<