VPF
Sigla che sta per “Virtual Print Fee”, ovvero un modello pensato per far sì che i distributori partecipino alla copertura dei costi necessari per comprare le attrezzature digitali.
Implica che un soggetto terzo rispetto a esercenti e distributori acquisti le attrezzature, che i cinema si impegnino con un contratto a pagare costi di utilizzo e manutenzione delle stesse, che le case di distribuzione, ogni volta che inviano una copia digitale invece che il 35mm, versino una somma (teoricamente equivalente alla differenza del costo tra le due, cioè il cosiddetto VPF) in una sorta di salvadanaio comune (con effetto mutualistico e redistributivo). Quando il costo delle attrezzature viene coperto in questo modo, il cinema diventa proprietario delle attrezzature. AAM dichiara che la partecipazione degli studios arriva a circa l’80%.

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