Tutti diversi, tutti digitali
a cura di Elisabetta Brunella
Iniziamo in questo numero una nuova
rubrica che ospiterà ritratti di cinema d’Europa e del resto
del mondo assai diversi tra loro ma accomunati dal fatto di aver adottato
la proiezione digitale.
Paese |
Nome del cinema |
Città |
Società |
Numero
di proiettori digitali |
Marca
del proiettore
digitale
|
Modello
del proiettore
digitale
|
Risoluzione |
Server |
N.
di schermi 3D |
Fornitore
di tecnologia 3D |
Germania |
Astor Film Lounge |
Berlino |
CINEMAXX |
1 |
Kinoton |
DCP
30 L |
2K |
Dolby |
1 |
RealD |
L’Astor Film Lounge: una nicchia di lusso a Berlino
Il FilmPalast in Ku’damm 225: dagli
Anni ’50 un indirizzo cinematografico prestigioso nel cuore di Berlino
Ovest, caro ai cinefili della storica capitale tedesca e ai frequentatori
della Berlinale. Dal 21 dicembre dello scorso anno questo haut-lieu
del cinema in Germania ha iniziato una nuova vita: ha cambiato nome
- Astor Film Lounge - ed è diventato la prima sala “di lusso”
del Paese. L’idea, che si rifà a esempi iniziati in Gran Bretagna
e in Europa centro-orientale, è di Joachim Flebbe, già
pioniere del fenomeno multiplex tedesco col marchio Cinemaxx, che
afferma di aver realizzato a Berlino il suo sogno: il cinema ideale.
(Ideale, ma non unico: progetti sono in vista in altre città
tedesche).
Cardini di questa innovazione sono la tecnologia, l’eleganza e il
servizio alla clientela. Che nell’Astor Film Lounge devono essere
al top. Per questo Flebbe punta sul massimo della qualità per
i sistemi di proiezione - 35mm, digitale, con connessione satellitare
per gli eventi “live”, e 3D - , su un look un po’ rétro, che
non concede nulla all’algida apparenza dell’acciaio o alla praticità
della plastica, e su tutto quanto possa dare allo spettatore la sensazione
di vivere un’esperienza speciale. Siamo in una “boutique” del cinema:
un’unica sala, a cui il restauro ha restituito l’atmosfera del teatro,
materiali morbidi al tatto e colori soft, 225 poltrone di vera pelle,
abbinate a un tavolino dove possono essere servite le squisitezze
elaborate dalla cucina del cinema. Nel foyer, il privilegio di un
guardaroba e un bar dove il popcorn non ha diritto di cittadinanza,
ma non manca lo champagne. La programmazione abbina il “must see”
del momento a un cartellone di “contenuti alternativi” che puntano
sulle opere e sui balletti dei teatri più prestigiosi al mondo,
spaziando dalla Traviata al Lago dei Cigni. Un sabato sera di cinema
“chic”, nel posto migliore, costa 17 euro per l’ingresso, che comprende
un drink di benvenuto (in un multiplex “normale” se ne pagherebbero
circa 8 o 9, ma senza drink). Se scegliamo l’opera, il prezzo sale
a 25/29 euro. Se si desidera provare il “finger food” - un itinerario
nella cucina “ethno-fusion”, a partire dalla mozzarella con spuma
di aceto balsamico - contiamo altri 14 euro. Aggiungiamo ancora qualche
spicciolo se non vogliamo privarci di un altro servizio esclusivo:
affidare le chiavi dell’auto a un “valet” e dimenticarci del problema
del parcheggio (3 euro per la durata del film). E se l’esperienza
ci è piaciuta - come piace ai Berlinesi che dell’Astor Film
Lounge hanno fatto un successo - e vogliamo fare colpo sugli amici,
per la nostra prossima ricorrenza possiamo anche affittare il cinema:
la direzione sarà felice di proporci un programma “su misura”,
intrattenimento musicale incluso. Prezzo su richiesta.
La versione integrale di questo
articolo è stata pubblicata nel “Giornale dello Spettacolo”
n. 13, del 3 luglio 2009.
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