DOPO DUE ANNI RECORD, LIEVE CALO DI SPETTATORI NELLE SALE EUROPEE
I PREZZI MEDI RALLENTANO LA CRESCITA O SI ARRESTANO
PIU’ DEL 50% DEGLI SCHERMI EUROPEI SONO ORA DIGITALI

Nei 31 paesi di cui sono disponibili i primi dati – non ancora definitivi – sul consumo di cinema nel 2011, dalla Russia al Portogallo, dall’Irlanda alla Turchia, le presenze risultano in lieve calo, dopo due anni record: gli spettatori sono diventati 1.191,3 milioni rispetto ai 1.195,9 milioni del 2010, con una flessione dello 0,4%.
In particolare, i 17 paesi dell’Europa Occidentale totalizzano 897,3 milioni di spettatori, con uno scostamento modesto (-0,1%) rispetto al 2010, quando i biglietti venduti erano stati 898,3 milioni: si può quindi parlare di sostanziale stabilità.
L’Europa Centro-Orientale ed il bacino del Mediterraneo, di cui MEDIA Salles ha analizzato 14 territori, presentano un decremento più sensibile: 294,0 milioni di spettatori nel 2011 rispetto ai 297,6 milioni del 2010 (-1,2%).
Se i dati complessivi mostrano una sostanziale tenuta della frequenza cinematografica sull’insieme dell’Europa, dall’analisi dei singoli mercati emergono situazioni assai difformi.

I sei maggiori mercati
Che nel 2011 il consumo di cinema sul grande schermo mostri andamenti molto variabili lo prova con grande evidenza l’analisi dei sei maggiori territori, che rappresentano il 74% degli spettatori europei.
La Francia continua a crescere, consolidando la sua posizione di primo mercato cinematografico europeo, arrivando a 215,6 milioni di presenze (+4,2%). In crescita anche il Regno Unito (con 171,6 milioni, +1.4%) e la Germania (129,6 milioni, +2,3%). Col segno meno, invece, l’Italia, che registra una variazione stimata intorno al -8% dopo lo sviluppo straordinario del 2010, la Spagna, che continua una tendenza negativa ormai pluriennale, arretrando ben oltre la soglia dei 100 milioni (95,6 milioni) con una flessione del -5,9% rispetto al 2010, e la Russia che dai 166,0 milioni del 2010 passa ai circa 161,5 nel 2011
(-3% circa).
Anche in altri mercati dell’Europa Occidentale si registrano andamenti discordanti: mentre rimangono sostanzialmente stabili la Svizzera (+0,9%) e l’Irlanda (-0,8%), cedono spettatori Grecia (-7%), Finlandia (-6,1%), Portogallo (-5,2%), Danimarca (-4,3%) e Austria (-3%).
Tra i paesi in crescita, il record è rappresentato dai Paesi Bassi (+8,0%). Bene hanno fatto anche Lussemburgo (+5,4%) e Belgio (+2%) e, tra i paesi nordici, Svezia (+3,7%) e Norvegia (+5,8%).

Europa Centro-Orientale e bacino del Mediterraneo
Caratterizzati da un andamento generale più negativo rispetto all’Europa Occidentale
(-1,2% rispetto al 2010), anche questi territori mostrano un andamento tutt’altro che uniforme.
Evidenziano crescite molto elevate Bulgaria (+18,7%), Lituania (+17,7%), Estonia (+15,9%) e Romania (+15,2%). Incrementi più moderati per Cipro (+2,5%), Polonia (+3,2%), Turchia (+1,8%) e Slovenia (+0,7%).
All’opposto compaiono paesi in forte calo come la Repubblica Ceca (-20,3%) e la Repubblica Slovacca (-10,6%).
Registrano una flessione più contenuta, invece, la Croazia (-2%), l’Ungheria (-4%) e la Lettonia (-2,1%).

Il cinema conferma il suo ruolo di divertimento popolare
Nella zona euro, il prezzo medio è sostanzialmente stabile o addirittura in calo, dopo un paio d’anni in cui si era avvertito l’effetto dei film 3D, proposti a un prezzo più elevato. A titolo di esempio si ha un incremento in Portogallo del 2,5%, in Germania dell’1,7%, nei Paesi Bassi dell’1,3%, in Spagna dell’1,1%, in Austria dello 0,7%, in Grecia dello 0,6%.
In alcuni paesi il prezzo medio diminuisce, come ad esempio in Italia (circa -0,6%) e in Irlanda (-3,1%). In controtendenza la Finlandia che ha un incremento del 5,6%.

Più del 50% degli schermi europei sono ora digitali
Continua nel 2011 la crescita degli schermi digitali in Europa, che al 1° gennaio 2012 sono stimati in circa 18.500, con un incremento del 79% rispetto al 1° gennaio 2011, quando erano 10.335.
Con oltre il 50% degli schermi totali passati alle nuove tecnologie, l’Europa ha ormai raggiunto il “tipping point”, il giro di boa nel processo di digitalizzazione.
Guardando i totali dei nuovi proiettori digitali 2D, rispetto a quelli attrezzati per il 3D, emerge la novità che ha caratterizzato il 2011 rispetto all’anno precedente: il 3D non rappresenta più il motore principale della crescita. Ha infatti ceduto il posto al processo di digitalizzazione al 100% avviato dai grandi circuiti.
Il 2012 si apre quindi con una domanda cruciale per il futuro dell’insieme delle sale europee, incluse quelle che ancora non sono passate al digitale: i modelli economici che hanno permesso la digitalizzazione dei grandi circuiti potranno funzionare anche per le piccole sale e gli esercenti indipendenti?

Elisabetta Brunella
Segretario Generale di MEDIA Salles

Cliccare qui per vedere le tabelle analitiche relative al consumo di cinema nel 2011

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