DigiTraining Plus: European Cinemas Experiencing New Technologies.
Il bilancio della nona edizione

Sono stati i Paesi Bassi ad ospitare la nona edizione di DigiTraining Plus: European Cinemas Experiencing New Technologies, il corso di MEDIA Salles rivolto ai professionisti del cinema europeo che vogliano essere aggiornati sulle nuove tecnologie.
Quest’anno sono stati 35 i partecipanti, provenienti da 13 nazioni differenti, dalla Bulgaria al Regno Unito, dalla Spagna alla Finlandia, che si sono confrontati sulla situazione attuale e sulle prospettive future della digitalizzazione in Europa, ascoltando esperti di fama internazionale quali Thomas Hoegh, il fondatore di Arts Alliance, e Michael Karagosian, il consulente di Nato, l’associazione degli esercenti statunitensi, nei primi tempi della digitalizzazione.

I Paesi Bassi: un modello per la digitalizzazione al 100%
La scelta dei Paesi Bassi non è stata casuale: questo territorio ha saputo ideare una formula - l’iniziativa Cinema Digitaal - che, unendo risorse pubbliche e private, ha consentito anche agli esercenti indipendenti la piena conversione alla proiezione digitale.
Ron Sterk, membro del Comitato Esecutivo di MEDIA Salles e Direttore dell’Associazione degli Esercenti Olandesi (NVB), ne ha presentato le caratteristiche salienti: su iniziativa di NVB e dell’analoga associazione dei distributori (NVF), 170 esercenti indipendenti, per un totale di oltre 500 schermi, hanno formato una sorta di gruppo d’acquisto che ha così potuto negoziare un VPF collettivo, coinvolgendo tutti i distributori che operano nei Paesi Bassi, anche grazie all’intervento dello stato - attraverso il Netherlands Film Fund.
Il progetto, grazie al quale a settembre 2012, con l’installazione degli ultimi proiettori, i Paesi Bassi sono diventati al 100% digitali, si è rivolto a tutti i cinema che, a differenza dei tre circuiti di proprietà straniera - Pathé, Euroscoop e Utopolis - non si fossero già digitalizzati con le proprie risorse.
A partire dall’esempio concreto di Cinema Digitaal, l’analisi e la comparazione dei diversi modelli economici per la digitalizzazione sono state uno degli argomenti centrali del corso.
 

I modelli economici: cruciale la loro importanza per il 40% degli schermi europei che ancora deve passare alle nuove tecnologie
Dopo una panoramica offerta da Olivier Hillaire (Manice), sono state presentate altre "best practices" in Europa: Ania Sienkiewicz ha parlato del supporto offerto dal Polish Film Institute alla digitalizzazione dei cinema polacchi, finalizzato anche alla creazione di una rete di cinema d’essai con una programmazione incentrata sulla proiezione di film nazionali ed europei.
Silvana Pasqualino (EACEA) ha invece presentato il meccanismo di supporto attivato dal Programma MEDIA della Commissione Europea per la digitalizzazione delle sale del Continente.
A completare il quadro, l’intervento di Sébastien Nicolas, rappresentante di dcinex, ha fornito indicazioni sulla scelta della soluzione più adatta a ciascuna tipologia di sala.

L’evoluzione della tecnologia non si arresta
Le statistiche di MEDIA Salles sullo sviluppo della digitalizzazione in Europa e nel mondo hanno introdotto la sessione che ha fatto il punto sui formati e sulle novità come

le High Frame Rates, cuore della lezione di Peter Wilson, in rappresentanza di EDCF.
Il futuro della tecnologia all’alba dello switch-off della pellicola è stato anche al centro dell’intervento di Michael Karagosian (MKPE) che ha ugualmente approfondito argomenti di grande attualità, come, in particolare, l’accessibilità delle sale cinematografiche per le persone portatrici di disabilità visive o uditive, un tema che gli esercenti si troveranno assai presto ad affrontare, sotto la spinta di nuovi provvedimenti legislativi. In questo campo, le nuove tecnologie possono offrire interessanti soluzioni, grazie a sistemi digitali di sottotitoli o audiodescrizioni.

Nuove tecnologie per nuovi contenuti
Un elemento fondamentale - quasi il "motto" del corso - è stato "Non utilizzare nuove tecnologie per vecchi contenuti", e, da questo punto di vista, i luoghi che hanno ospitato il corso sono serviti da fonte di ispirazione.
La sede dell’EYE Film Institute Netherlands, inaugurata da meno di sei mesi, con la sua spettacolare architettura e le sale dotate delle più avanzate tecnologie, ha ospitato le sessioni principali del corso, affiancata da cinema all’avanguardia o strutture di particolare interesse per l’utilizzo innovativo delle tecnologie digitali.
Tra i primi, il CineLounge di Houten, che unisce l’innovazione - è stato il primo cinema totalmente digitale nei Paesi Bassi - con la tradizione, tipicamente olandese, dei cosiddetti "service cinemas", dove i camerieri servono agli spettatori cibi e bevande da consumare durante la proiezione, nonché il complesso Oostereiland di Hoorn - cinema d’essai totalmente digitale nato dalla ristrutturazione dell’antico carcere della città.
Tra i secondi, la Gofilex di Zeist, organizzazione che da oltre 35 anni fornisce servizi di distribuzione di contenuti audiovisivi all'industria cinematografica dei Paesi Bassi, dove le latte di 35mm hanno lasciato il posto ai files digitali diffusi via cavo, o il Netherlands Institute for Sound and Vision, dove Geert Wissink, responsabile di progetto, ha illustrato le attività di conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale, mentre Thijs van Exel, di Knowledgeland, ha presentato il progetto "Images for the Future", iniziato nel 2007 con l’obiettivo di digitalizzare entro il 2014 un’impressionante quantità di materiale audiovisivo. Dopo le presentazioni, i partecipanti hanno assistito al processo di digitalizzazione dei contenuti finora in 35mm per assicurarne la conservazione e una fruizione su ampia scala.
Tra le nuove forme di esperienza cinematografica, Christine Costello (More2Screen) ha affrontato il tema dei contenuti alternativi, con alcuni esempi proiettati direttamente all’interno del cinema Oostereiland.
Frank de Neeve (Cineserver) ha invece sottolineato i vantaggi offerti dal digitale nella programmazione dal punto di vista della flessibilità, mentre Marieke Jonker (Amstelfilm) ha presentato il progetto We Want Cinema, in cui - grazie all’utilizzo dei social media - lo spettatore stesso diventa programmatore delle sale che aderiscono all’iniziativa, con una scelta "à la carte" che comprende anche contenuti alternativi.

Come saranno le sale del domani?
Lo sguardo sulla sala del futuro è emerso nell’intervento - che ha concluso il corso - di Thomas Hoegh, il visionario fondatore di Arts Alliance, l’organizzazione "ombrello" che ha dato vita ad una serie di società operanti nei settori dello spettacolo e dei media con un approccio innovativo.
Hoegh ha aperto una serie di "finestre" attraverso cui i partecipanti al corso hanno potuto intravedere nuovi scenari, imperniati sulla centralità dello spettatore e sulla ricerca della qualità.
Mettere lo spettatore al centro comporterà un nuovo modo di programmare, dando al pubblico - o per meglio dire alle diverse tipologie di pubblico - la possibilità di scegliere che cosa vedere sul grande schermo.
E saranno gli spettatori stessi che - attraverso i social media - faranno "pubblicità" al loro cinema preferito, parlando ad altri spettatori e coinvolgendoli nelle loro comunità.
L’offerta delle sale potrà così allargarsi a una varietà di contenuti che spazieranno dal teatro alla musica e ai programmi educativi, che arriveranno insieme a pesare per il 20/25% degli incassi, presentandosi come l’area passibile di più forte crescita.
Tutto questo con l’obiettivo di fare dello "spazio cinema" molto più di un auditorio e di aprirlo ad altre funzioni, come quelle che possono essere richieste dalle imprese, per attività di comunicazione, promozione e formazione.
Una lunga vita si apre dunque di fronte alle sale se sapranno ascoltare il pubblico e puntare sul massimo della qualità.

Francesca Mesiano

Questo articolo è stato pubblicato sul "Giornale dello Spettacolo" n° 8, settembre 2012

 

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