Dal Programma MEDIA a Europa Creativa

Il 18 dicembre la Commissione Cultura del Parlamento Europeo ha approvato a larghissima maggioranza la relazione su "Europa Creativa" presentata dall’On. Silvia Costa.
Alla Giornata Europea organizzata dal MEDIA Desk Italia al Festival di Roma, Costa aveva commentato il nuovo Programma della Commissione Europea, sottolineando la scelta di creare un programma per l'intero settore culturale e creativo, che comprendesse anche l'audiovisivo, in considerazione delle sfide comuni a questi comparti: la frammentazione, la globalizzazione e quindi la competitività, la digitalizzazione, il difficile ricorso al credito - soprattutto per le piccole e medie imprese - e la mancanza di dati comparabili.
L'On. Costa si era inoltre soffermata sulle difficoltà del settore dell'esercizio, ponendo l’accento sul problema della digitalizzazione delle sale, con particolare riguardo a quelle situate in piccoli centri e al settore di qualità e d'essai: "Dobbiamo completare il processo entro un anno, per evitare la chiusura di circa il 15% delle sale italiane ed europee".
Per l'Italia, l'europarlamentare ha esortato a potenziare l’intervento in questo campo coordinando anche l'azione delle Regioni, evidenziando come "Europa Creativa" da sola non sia sufficiente per completare il processo, ma sia necessario utilizzare tutti gli strumenti messi a disposizione dall'Unione Europea, a cominciare dai Fondi Strutturali.

Alla Giornata Europea organizzata al Festival di Roma "Europa Creativa" in primo piano
di Francesca Mesiano

Si è svolta giovedì 15 novembre all'Auditorium di Via Veneto la tradizionale Giornata Europea organizzata dal MEDIA Desk Italia.
L’obiettivo del convegno, intitolato "Dal programma MEDIA a Europa Creativa: evoluzioneo rivoluzione?" era quello di fare il punto su "Europa Creativa", il nuovo Programma multi-annuale di sostegno alle industrie culturali e creative in Europa.

I dati principali, alla base della discussione, sono stati presentati nell'introduzione di Giuseppe Massaro, Direttore del MEDIA Desk Italia.
"Europa Creativa", che riunirà gli attuali Programmi MEDIA, Cultura e MEDIA Mundus, ha un budget proposto di 1,8 miliardi di euro per il periodo 2014-2020 (il 37% in più rispetto agli attuali livelli di spesa). Di questi, più di 900 milioni di euro saranno destinati al sostegno del settore cinematografico e audiovisivo (ambito coperto dall'attuale programma MEDIA) e quasi 500 milioni di euro al settore culturale.
La Commissione intende inoltre stanziare più di 210 milioni di euro per un nuovo strumento di garanzia finanziaria transettoriale, destinato a consentire ai piccoli operatori di accedere a prestiti bancari, e circa 60 milioni di euro a sostegno della cooperazione politica e delle strategie innovative in tema di audience building e di nuovi modelli di business.

L'intervento dell’On. Silvia Costa, Relatrice di "Europa Creativa"

L’On. Silvia Costa è entrata nel dettaglio dei contenuti del Programma - riassumendo i principali punti della sua proposta di emendamento, presentata al Parlamento lo scorso 8 ottobre - ora che il testo si trova in una fase avanzata di lavorazione, evidenziando la necessità di iniziare presto la fase di "trilogo" tra Parlamento, Commissione e Consiglio, con l'obiettivo di rendere lo schema già operativo all'inizio del 2014.
L'eurodeputata PD ha poi sottolineato come in parallelo stia avendo luogo anche la discussione sui finanziamenti, nell'ambito della quale è stata prefigurata una riduzione del 10% del budget per la cultura, che "comporterebbe esiti molto gravi".
Nella proposta della Commissione Europea invece, l'aspetto più apprezzato è proprio la decisione "in controtendenza" di aumentare del 37% i fondi destinati all'educazione e alla cultura rispetto al settennio precedente, riconoscendo il ruolo di "traino" ricoperto da questi settori su altri aspetti dell'economia e della vita europea.
Ugualmente positiva, secondo l'On. Costa, è la scelta di creare un programma per l'intero settore culturale e creativo, che comprendesse anche l'audiovisivo, in considerazione delle sfide comuni a questi comparti: "la frammentazione, la globalizzazione e quindi la competitività, la digitalizzazione, il difficile ricorso al credito - soprattutto per le piccole e medie imprese - e la mancanza di dati comparabili".
Non è accettabile, tuttavia, la perdita di specificità di ciascun settore, quello culturale e creativo e quello dell'audiovisivo, più orientato al mercato e che necessita quindi del supporto di una politica industriale.
Punto cardine della proposta di emendamento è quindi trovare un equilibrio tra integrazione e specificità, creando un'impalcatura condivisa, ovvero il programma quadro "Europa Creativa" (em. 27 e 28), al cui interno i due programmi Cultura e MEDIA mantengano la loro indipendenza, in ossequio alle caratteristiche e alle priorità di ciascuno dei settori di riferimento.
A questa suddivisione corrisponde, nella proposta, una ben definita ripartizione delle risorse:almeno il 55% al Programma MEDIA, almeno il 30% al Programma Cultura e un massimo del 15% alla Sezione transettoriale.
Questa esigenza di meglio definire e distinguere i vari comparti dovrà, comunque, essere bilanciata dalla flessibilità necessaria ad accompagnare il settore culturale e creativo in una fase di grande trasformazione, dando un ruolo più incisivo al Parlamento nell’indirizzo e nella valutazione dei programmi annuali.
La principale novità rispetto al passato è rappresentata dal cosiddetto "strand transettoriale", che avrà l'obiettivo di supportare modelli trasversali e progetti transnazionali, per il quale è previsto un nuovo strumento finanziario, integrativo rispetto ai contributi: un fondo di garanzia europeo - affidato al Fondo Europeo per gli Investimenti - che permetta l'accesso al credito alle piccole e medie imprese e ai progetti di innovazione culturali, creativi e audiovisivi.
La scommessa è far capire che anche le imprese culturali non solo sono soggetti bancabili, ma possono anche produrre profitto.
Nell’ambito delle politiche di coesione transnazionale, la proposta presentata al Parlamento comprende il sostegno allo scambio di esperienze e conoscenze sui nuovi modelli di governance che includano anche nuovi rapporti pubblico/privato, nonché a progetti interdisciplinari e multimediali, promuovendo la comunicazione tra i diversi operatori culturali e creativi, soprattutto grazie alle reti digitali.
Dal punto di vista della formazione, viene data maggiore importanza al sistema dell'educazione culturale, audiovisiva, filmica e digitale, sostenendo anche la formazione professionale destinata agli operatori, in una dimensione europea.

Per quanto riguarda il Programma MEDIA, si cercherà di mantenerne le priorità, in considerazione dei buoni risultati ottenuti nei passati vent'anni, tenendo però presente la necessità di individuare nuovi modelli di business, incrementando la circolazione dei film europei e valorizzando nuove forme di partnership creativa legate alle tecnologie digitali.
In questo quadro si inseriscono il sostegno alla sottotitolazione e al doppiaggio delle opere audiovisive e l'utilizzo delle nuove tecnologie come quella del satellite per la distribuzione digitale.
L'On. Costa si è poi soffermata sulle difficoltà del settore dell'esercizio, ponendo l’accento sul problema della digitalizzazione delle sale, con particolare riguardo a quelle situate in piccoli centri e al settore di qualità e d'essai: "Dobbiamo completare il processo entro un anno, per evitare la chiusura di circa il 15% delle sale italiane ed europee".
Per l'Italia, l'europarlamentare ha esortato a potenziare e coordinare in questo senso l'azione delle Regioni, evidenziando come "Europa Creativa" da sola non sia sufficiente per completare il processo, ma sia necessario utilizzare tutti gli strumenti messi a disposizione dall'Unione Europea, a cominciare dai Fondi Strutturali.
L'On. Costa ha quindi concluso il suo intervento rivolgendosi direttamente al Direttore Generale per il Cinema Nicola Borrelli, con un appello al Governo Italiano: bisogna creare interesse alla partecipazione ai bandi europei e - per quanto riguarda il settore della produzione - favorire la circolazione delle opere in Europa, mettendo in condizione la produzione indipendente di partecipare al Programma MEDIA per la diffusione e circolazione delle coproduzioni con le tv, anche grazie all'approvazione del decreto interministeriale - già predisposto - sulla regolamentazione dei diritti d'autore.

"Europa Creativa": il punto di vista dell’Italia

L'Italia, insomma, dovrà farsi trovare pronta al nuovo piano dell'Unione Europea, anche pensando a una nuova governance che coordini i settori della cultura e dell'audiovisivo, ora frammentati in diversi dicasteri.
L'invito è stato raccolto dal Direttore Borrelli, che ha aperto il suo intervento sottolineando come la frammentazione delle competenze nel settore culturale in Italia sia un'anomalia in Europa e abbia causato, per questo, alcune difficoltà.
Fondamentale, su questo punto, è stato l'impegno dell'On. Costa che, nell'elaborazione del testo di "Europa Creativa", ha cercato il dialogo con tutti gli interlocutori del settore culturale e audiovisivo in Italia.
Borrelli ha poi sottolineato che, comunque, il trend nei rapporti con l'Unione Europea è positivamente cambiato e va nella direzione di un sempre maggiore dialogo, anche grazie all'utilizzo degli sportelli di consulenza e informazione esistenti, come il MEDIA Desk Italia e l'Antenna MEDIA Torino.
Riallacciandosi al discorso dell'On. Costa, quindi, Borrelli ha confermato l'impegno per arrivare a un tavolo di confronto con le Regioni per un migliore utilizzo dei fondi europei (al quale verrà aggiunto, su suggerimento dell’europarlamentare, il problema della digitalizzazione), auspicando un intervento del Ministero per la Coesione Territoriale in questo senso.

Alla Giornata Europea, una panoramica sui temi più attuali nel settore audiovisivo
La sessione mattutina del convegno è proseguita con una breve panoramica del Programma Cultura, a cura di Leila Nista, e con interventi di approfondimento sul nuovo strumento finanziario, ancora in fase di definizione, costituito dal fondo di garanzia affidato al Fondo Europeo per gli Investimenti.

A seguire, Heloise Fontanel ha presentato i risultati dello studio realizzato da MEDIA Consulting Group, nel periodo dicembre 2011 - aprile 2012, sui nuovi modelli di business emersi sul mercato europeo con la transizione alla tecnologia digitale del settore audiovisivo.
Nel campo delle nuove iniziative, Terenzio Cugia (Cineama) ha offerto un caso di studio: il progetto congiunto con "La Septième Salle" sulla distribuzione cinematografica on demand, che ha come obiettivo principale quello di agevolare la distribuzione dei film di qualità nelle sale lontane dai principali centri urbani, puntando sull'utilizzo della rete e dei social media per la creazione di nuovi modelli di produzione, promozione e distribuzione.

Le sale cinematografiche europee e il passaggio dalla pellicola al digitale

Il pomeriggio è stato aperto da un intervento di Elisabetta Brunella, Segretario Generale di MEDIA Salles, sulla situazione della digitalizzazione delle sale europee alla vigilia dello switch-off per la pellicola.
Al 30 giugno 2012, gli schermi digitali in Europa erano 21.789, con una crescita del 17,4% rispetto all'inizio dell'anno, quando erano 18.566. Il tasso di penetrazione digitale ha raggiunto, nell'insieme dell'Europa, il 60,5%, ma la crescita mantiene ritmi differenti nei diversi mercati.
Accanto ai paesi che già nel 2011 avevano raggiunto la digitalizzazione al 100% (Norvegia e Lussemburgo), ci sono ancora diversi territori dove le nuove tecnologie riguardano meno di un quarto degli schermi, come Turchia, Slovenia, Grecia, Serbia.
Anche guardando ai sei maggiori territori si evidenziano differenze: mentre Regno Unito (86%) e Francia (80%) registrano tassi di penetrazione ben superiori alla media europea, la Germania ha digitalizzato soltanto il 54% dei suoi schermi e addirittura sotto la soglia del 50% rimangono la Spagna (43%) e l’Italia (47%).
Infine, Joëlle Levie e Ilann Girard hanno presentato i primi risultati di OLFFI (Online Film Financing), un portale dedicato alla diffusione di informazioni su tutti finanziamenti alla produzione attivi in Europa e non solo.

Un estratto di questo articolo è stato pubblicato sul "Giornale dello Spettacolo" n° 10, novembre 2012

 

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