WOMEN IN DIGITAL CINEMA
Sophie De Vinck
Ricercatrice
iMinds-SMIT, Vrije Universiteit Brussel

Come ricercatrice, ho trovato affascinante provare a mettere insieme tutti gli aspetti di un settore in cui “nessuno sa nulla”, come disse una volta William Goldman sull’industria cinematografica. Dopo i miei studi (Comunicazione e poi un anno in Politiche Europee), ho cominciato a lavorare al Centro di Ricerca VUB SMIT (che è parte di iMinds) per conseguire un dottorato sulle industrie cinematografiche europee nell’era digitale.
A partire da un raggio di studio piuttosto ampio sull’influenza dell’evoluzione digitale sul settore culturale in Europa, mi sono appassionata al modo in cui questi sviluppi stessero plasmando il futuro del cinema.
Anche prima di completare il dottorato, nel 2011, mi sono interessata in particolare alle sfide poste dalla transizione digitale del cinema. È chiaro che questo processo riguarda aspetti più vasti e complessi della risoluzione o altre caratteristiche dell’attrezzatura: si tratta di riscoprire la magia dell’esperienza cinematografica in un contesto digitale. Qui, i proprietari dei cinema possono utilizzare una varietà di strumenti, vecchi e nuovi, per far sì che la propria sala mantenga il suo ruolo tra le tante e diversificate opzioni di intrattenimento disponibili.
Il futuro digitale non è una soluzione “pronta all’uso”, ma sono convinta che il carico di lavoro aggiuntivo che l’accompagna sarà molto gratificante, ogni volta che si troverà il giusto equilibrio tra il luogo, i contenuti (non necessariamente soltanto film) e, in generale, l’esperienza offerta al pubblico.
Io vedo l’installazione di attrezzatura per la proiezione digitale nei cinema come un primo passo in questo processo: è importante perciò far sì che il maggior numero possibile di sale superino l’ostacolo.
Idealmente, questo avviene in un processo di collaborazione, che coinvolge i diversi attori del settore, così come altri interlocutori e istituzioni.
Per fortuna, questo è avvenuto in Belgio, dove sono stata coinvolta attivamente in molte iniziative finalizzate a rendere possibile la transizione anche per i più piccoli cinema d’essai o per le sale di quartiere.
In questo contesto, ho guidato la fase di gara e i negoziati con gli integratori delle iniziative "Cinema Digitale nelle Fiandre" (DICIF) e "Cinéma Numérique Wallonie-Bruxelles" (CNWB).
Entrambi questi progetti hanno unito i cinema sotto un’unica bandiera, basandosi sull’idea di una soluzione VPF con un gruppo d’acquisto. Come ricercatrice, è stato molto qualificante riuscire a mettere la mia esperienza di ricerca al servizio di un uso più pratico e collaborare attivamente con vari esercenti, istituzioni e altre realtà, come l’Istituto Fiammingo per l’Audiovisivo e il Cinema, le Arti Visive e i Media BAM Art.

La fine dell’anno potrebbe portare al compimento della transizione digitale in Belgio, ma il viaggio continua, e non vedo l’ora di farne parte!

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