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Giornata italiana "LA TRANSIZIONE AL MULTIMEDIALE: IL CASO ITALIANO" |
Sessione 1:
La comunicazione verso il digitale. Quali strategie?
Chairmen:
Massimo FICHERA, Eurovisioni
Mario MORCELLINI, Direttore Dipartimento di Sociologia Università
La Sapienza - Roma
Partecipanti:
Tullio CAMIGLIERI, Direttore
della Comunicazione STREAM
Emmanuel GOUT, Direttore
Relazioni Istituzionali TELE+
Enrico MANCA, Presidente
Isimm-Forum Permanente delle Comunicazioni
Roberto MORRIONE, Direttore
Rainews 24
Le relazioni delle sessioni
sono state fatte dagli studenti del progetto " Studenti Europei a Eurovisioni"
link con progetto e curricula
Sessione 2:
Le scelte dei giovani: TV, radio, Web.
Chairmen:
Francesco DE DOMENICO, Direttore
Strategie Tecnologiche RAI
Domenico DE MASI, Professore
ord. Sociologia del Lavoro, Università La Sapienza - Roma
Partecipanti:
Milly BUONANNO, Università
di Firenze
Luca Federico CADURA, Direttore
Marketing Studio Universal
Enrico MENDUNI, Università
di Siena
Gianluca NICOLETTI, Golem,
Capostruttura SPM – Radio RAI
Marco PAOLINI, Responsabile
Marketing RTI
Sessione 3:
Verso la banda larga: contenuti, servizi, infrastrutture.
Chairmen:
Gianpiero GAMALERI,Consigliere
d’Amminstrazione RAI
Alberto ABRUZZESE, Facoltà
di Scienze della Comunicazione, Università La Sapienza - Roma
Partecipanti:
Umberto DE JULIO, Partner
Pino Venture Partners
Stefano GIGOTTI, RAI Click
Alessandro MUNARI, Presidente
Commissione Concessioni TV
Augusto PRETA, Italmedia
Consulting
Alberto SIGISMONDI, Ricerca
e Sviluppo MEDIASET
Lavori studenti
Giornata Italiana
La transizione al multimediale:
il caso italiano.
Sessione 1- La comunicazione verso il digitale. Quali strategie?
Mario Morcellini, Direttore del Dipartimento di Sociologia dell’Univ. di Roma "La Sapienza"
" La riflessione sulle strategie è fondamentale nel passaggio dagli old ai new media, ma è difficile nel momento in cui non si conosce né il punto di partenza né quello di arrivo. E’ necessario conoscere lo status quo della comunicazione. Successivamente sarà importante decidere dove vogliamo arrivare: porci di fronte una concezione plausibile di uomo e di società. Solo avendo ben chiari questi due punti, questa partenza e quest’arrivo potremo decidere la strada da percorrere.
Volevo fare alcune considerazioni:
"Volevo fare alcune generiche brevissime riflessioni, tre nella fattispecie:
Sebbene sia complicato i cambiamenti in atto vanno regolamentati. Lo sviluppo che ci troviamo di fronte è complesso e impetuoso. Eppure esistono una serie di necessità che vanno affrontate. Aldilà degli aspetti legislativi oggi si fa forte la necessità di un’alfabetizzazione, sia per fruire il digitale che per produrlo. In questo senso, tutti gli attori formativi sono chiamati a fare qualcosa, altrimenti si produrranno delle nuove discriminazioni
Il digitale è un fattore di pluralismo. Si pensi alla necessità di far convergere sulla tv tutte le nuove tecnologie. Il decoder in questo senso è fondamentale per allocarvi le tecnologie più varie, ma ciò che è importante è come si presentano queste tecnologie e questi contenuti. Perché da quest’ordine dipende l’uso effettivo che si farà dei contenuti. La gerarchia, l’agenda setting, è fondamentale.
E’ fondamentale in questo
momento dare degli strumenti piuttosto che regole rigide. La tv commerciale
continuerà ad esistere, solo che conviverà con la pay tv
e con le sue logiche. La pay tv ha come punto di riferimento l’utente.
La tv generalista ha come punto di riferimento l’inserzionista. Sarà
il mercato a far permanere questa distinzione e questa condizione."
Emmanuel
Gout, Direttore Relazioni Istituzionali TELE+
"Cosa sta succedendo in Italia? Sta succedendo che c’è una mentalità difficile da scalfire, un vecchiume culturale. Le Università si limitano a fare teoria. La politica si ferma ad una fotografia dell’esistente ed è astigmantica. Al centro del loro lavoro ci sono Rai e Mediaset, ma non sono questi due operatori che stanno facendo la tv digitale. La stanno facendo Canal+ (Tele+) e Stream: oggi in Italia ci sono 2.500 famiglie con il decoder, ed è una rivoluzione.
Eppure, nessuno si rende conto che questa rivoluzione porta con sé riflessioni differenti. Ad esempio: nessuno prende atto che nel vostro paese esistono tre piattaforme digitali. E la terza di queste piattaforme è la pirateria. Su questa questione nessuna voce si alza, nessuno fa rispettare la legge.
Il nostro impegno, quello di Canal+, è sempre stato quello di mettere davanti ai nostri clienti dei contenuti. Abbiamo cominciato a sostenere il cinema italiano prima ancora che ci fosse una legge. Stiamo lavorando con mezzi all’avanguardia e tecnologie innovative per portare i contenuti nelle case e svilupparli
Non possiamo fare disegni strategici senza tenere conto della realtà industriale e, più in generale, di quella geo-politica. Oggi è importante prendere atto della realtà delle imprese, quelle che lavorano e fanno lavorare, quelle che generano ricchezza, che producono e sanno farlo. Bisogna, in questo senso, ampliare la concorrenza in Europa per competere a livello mondiale.
La chiave del futuro è nelle alleanze strategiche, senza dimenticare le esigenze dei consumatori. La convergenza sarà nelle mani dei gruppi, ma, in realtà, saranno gli utenti a generarla. Bisogna studiare e capire cosa vuole la gente e questo deve essere preliminare alla definizione delle regole.
Sulle esigenze dei consumatori
e sui contenuti si gioca la sfida dei servizi."
Vincenzo
Vita, Sottosegretario di Stato presso il Ministero delle Comunicazioni.
"Abbiamo avviato una seria politica sulla società dell’informazione e della conoscenza, scrivendone il primo piano d’azione. Noi abbiamo portato a Lisbona una correzione semantica, che non è un semplice cavillo: non soltanto "Società dell’Informazione" ma anche "della Conoscenza". Dobbiamo pensare all’informazione come parte integrante del Welfare State. Un elemento simile alla scolarizzazione di massa.
E poi c’è la questione della 1138. Si tratta di un testo modernissimo che si focalizza su alcuni temi fondamentali.
Il digitale, in primis. E’ un elemento sul quale si innesta tutto lo sviluppo futuro. In Italia se non si fa una norma primaria su questo tema non si realizzerà nulla. Il ddl 1138 non va avanti perché c’è una parte dedicata alla pubblicità, e Mediaset raccoglie il 60% della pubblicità. Se i flussi finanziari sono e restano ancorati alla tv generalista non c’è possibilità di liberare risorse finanziarie per altri media e per permettere a questi di svilupparsi.
Nella 1138 si connettono: digitale, emittenza locale, concessioni, pubblicità e servizio pubblico radio-televisivo, leggi Rai. La cultura europea ha un’idea forte di servizio pubblico. Oggi il pubblico deve essere un attore dell’innovazione seppur in una chiave societaria differente.
C’è poi la questione decoder unico che è uno degli elementi fondamentali della convergenza (legge 1978/99). Non si può immaginare che il consumo e l’offerta del digitale si sviluppi con una tecnologia proprietaria. Il decoder unico si può fare, bisogna anticipare i tempi, è assurdo che i gestori di piattaforme digitali abbiano considerato la legge come un’indicazione generale.
Bisogna dare una brusca sterzata
alla nostra azione in materia e approvare la 1138 subito, spogliandosi
dalle polemiche."
Enrico
Manca, Isimm; Presidente Forum Permanente delle Comunicazione
Non si può parlare di comunicazione e di rivoluzione digitale senza tenere conto di fattori "ambientali" e di variabili di altra natura che sono, e sono stati, causa ed effetto di questo mondo che cambia e in cui la comunicazione elettronica è parte rilevante, se non determinante.
Innanzitutto il contesto globale che in particolare nell’ultimo decennio ha visto la rottura delle vecchie regole e lo scontro per l’affermazione di nuove regole che sta portando alla riformulazione delle gerarchie internazionali. In questo contesto si muove ed evolve anche l’economia mondiale che da bipolare è diventata multipolare. Ciò è determinato dal passaggio da un’economia tradizionale ad un’economia digitale - un economia della conoscenza basata sull’applicazione di competenze costantemente rinnovate su ciò che produciamo e su come produciamo.
L’industria emergente della
convergenza (computing, comunicazioni e contenuti) e la trasformazione
dei mercati corrispondenti sta spingendo le imprese a ripensare se stesse
e la propria missione. Oggi questi settori condividono il medesimo linguaggio
di codifica, un linguaggio fatto di bit. Ma le trasformazioni maggiori
nel processo di digitalizzazione della comunicazione si registrano nella
televisione, veri salti generazionali che si manifestano sia nel segmento
della tecnologia che del consumo. La tecnologia digitale consentirà
allo spettatore-utente-consumatore di scegliere la propria dieta mediatica
attraverso la ricerca e l’accesso a database multimediali di informazioni,
contenuti programmi e servizi. Nel nuovo mondo digitale, cambia il modello
di business del broadcasting che tende a sovrapporsi a quello dell’editoria,
la posizione e la funzione del pubblico (da passiva ad attiva e da semplici
consumatori a produttori di informazioni) e la localizzazione della ricezione
che si estende ad ogni luogo.
Roberto
Morrione, Direttore Rainews24.
"Rainews24 è l’unica esperienza italiana di digitale applicato pienamente all’informazione. La convergenza è un arricchimento dell’attività informativa, così come Internet è stata integrata nel canale Tv. Insomma valori integrativi che vanno verso la produzione di format multimediali che vengono pensati e creati in maniera nuova. E’ così che riusciamo ad illustrare vicende altrimenti ignorate.
Abbiamo adottato tecnologie che possono essere facilmente connesse in rete e assunti esperti che abbiano le capacità e la possibilità di creare il pacchetto informativo intero su tutti i temi, in tempo reale. Software utilizzabile dagli stessi giornalisti e hardware come la web cam per tutti.
Se i Tg analogici si aprissero a queste tecnologie, ci sarebbe un balzo in avanti della capacità produttiva e informativa, in modo tale da abbassare i costi e sprovincializzare l’informazione. La convergenza tecnologica permette di esplorare la realtà del pianeta seguendo i fusi orari. E’ questa la chiave di realizzazione di format originali: la visione multimediale.
Nessun modello editoriale è capace di navigare il marasma dell’informazione globale, la convergenza, dunque, deve essere riempita di contenuti. E’ in questo che Rainews24 è un servizio pubblico. Questo canale sta cercando di fare della multimedialità un valore aggiunto a tutti i livelli. Questa innovazione si può proiettare in una dimensione europea e mediterranea e bisogna trovargli uno spazio nella società dell’informazione impostato dalla legge e dallo Stato. E’ in questa seconda ottica che il servizio pubblico può fare molto.
Questo sarà
il futuro del servizio pubblico."
Bruno Olivi coautore de "La fine della comunicazione di massa".
"Parliamo di convergenza. L’Unione Europea ha pubblicato un libro bianco che parlava di convergenza totale verso il computer. In quel periodo, i grandi network erano presi dal panico per questo processo.
Oggi la convergenza è
verso la tv. Dico questo per mettere in luce com’è oggi differente
la realtà rispetto alle profezie di allora. Vorrei scoraggiarvi
dal fare profezie. Bisogna avere la modestia dei grandi sociologi di inizio
‘900 che hanno analizzato la realtà astenendosi dal fare profezie."
Edoardo
Fleischner
" Tre anni fa io ‘avevo un sogno’, quello di creare un sistema di non stop news, come la CNN, come BBC, però tutto italiano, un pezzo della nazione da esportare nel mondo. Non solo un canale tv.
Rainews24 ha fatto di più, è un punto di eccellenza non solo televisivo, ma multimediale. E’ un modello per la multimedialità a livello internazionale.
Oggi il mio sogno è far diventare questo canale un videoportale, qualcosa di completamente interattivo. Perché su Internet sono tutti parimenti produttori e consumatori, ma è la tv che aprirà Internet alle masse critiche.
Salvo il caso di pochi, rari, paesi c’è una soglia invalicabile di penetrazione del computer nelle case. Oggi il decoder può diventare computer, lo strumento che trasformerà la vecchia tv.
Rainews24 ha capito questo
fattore con largo anticipo, ed è già pronta per entrare in
queste nuove logiche."
Luciana Castellina, Conclusioni
"Parlando di convergenza si è detto che audiovisivo e telecomunicazioni avrebbero avuto le stesse regole. Non è così e non può essere così, perché il primo lavora sulla qualità e le seconde sulla quantità.
Canal+ non ha ragione quando dice che la liberalizzazione aumenta i soggetti presenti sul mercato. In realtà essa produce concentrazioni non diversificazione.
Internet non produce libertà. Libertà non è isolare delle culture in alcune nicchie e farle sopravvivere. Internet produce spazzatura e la mette in scena creando una cultura dominante e delle nicchie. In realtà la questione è quella di integrare le culture, farle incontrare permettendo loro di conservare la loro individualità."
Commento generale
Così vicino, così lontano.
Esposito sintetizza (compiacimento
collettivo): rileviamo il contrasto tra la paura e le incertezze dei
politici e degli accademici, e la tranquillità dei tecnici e dei
professionisti del settore.
Sessione 2 – Le scelte dei giovani: TV, radio, web
La sessione 2 è stata interamente dedicata alla discussione dell’interazione tra la multimedialità e il mondo giovanile, in virtù del fatto che il target giovanile rappresenta un territorio privilegiato per lo studio del nuovo modo di fruizione delle tecnologie.
Interventi
Francesco De Domenico, Direttore Strategie Tecnologiche RAI.
La Tv generalista non ha necessariamente un futuro segnato; i giovani ne consumano poca, ma fruiscono comunque una televisione di tipo tradizionale. Il problema, piuttosto, è quello del destino del servizio pubblico (che non va confuso con la Tv generalista), che in America e in Inghilterra sta irrimediabilmente morendo.
Oggi il modello di apprendimento è basato sull’intrattenimento, non tanto sulla trasmissione di informazioni e conoscenze. Partendo dall’assunto che i giovani non amano la Tv generalista, si può capire il grande successo di MTV, che viene considerata dai giovani anche un ottimo mezzo per imparare l’inglese. Questo successo sembra dovuto, in effetti, alla capacità di questa emittente di offrire un mezzo di apprendimento legato inscindibilmente all’intrattenimento. Nell’ambito della Tv generalista italiana il Grande Fratello è un programma esplicitamente rivolto ai giovani attraverso forme di fruizione diverse: la vecchia Tv generalista, il canale tematico e Internet.
La sfida per tutti è di non opporsi alle scelte dei giovani, ma assecondare le loro richieste, che vanno verso la voglia di intrattenimento.
[Parola chiave: intrattenimento]
Marco
Paolini, Responsabile Marketing RTI
La crisi della Tv generalista non è così grave, il che significa che non perderà quote sul mercato pubblicitario. Secondo i dati della ricerca della Makno, i giovani sono irrequieti e vorrebbero qualcosa di diverso dalla Tv. Sempre più spesso infatti il palinsesto viene costruito attraverso lo zapping invece che scelto dai giornali.
Il punto focale non è tanto la disaffezione dei giovani nei confronti della televisione quanto il modo di fruizione del medium. Secondo una ricerca effettuata congiuntamente con l’Università Cattolica si può raggruppare il pubblico televisivo in tre cluster: i malinconici (oltre 45 anni), i tecnici (25-40 anni, nati con la Tv commerciale) e i giovanissimi (15-24 anni) che usano la Tv come uno dei mezzi possibili ed eventualmente in contemporanea ad altri. Molti giovani infatti guardano la Tv navigando su Internet. In questo senso la Tv sta diventando multimediale. Bisogna, quindi, pensare a contenuti multipiattaforma, e il Grande Fratello ne è un esempio di successo, in cui un medium funziona di rinforzo all’altro. Questo programma è la dimostrazione che la TV generalista ha un grande e rinnovato ruolo: senza di essa, infatti, il Grande Fratello non ci sarebbe.
[Parola chiave: multipiattaforma]
Gianluca Nicoletti, Golem, Capostruttura SPM Radio RAI
"Faccio qualcosa che va oltre la radio. Parlo da fuori tutte le codifiche e teorie. Sono un vuoto a perdere. Smonto, metto in crisi; questo è il mio compito."
Il futuro della rete è anche altro rispetto alle caratteristiche che si mettono comunemente in risalto. Il riferimento è al sito MP3, creato e gestito da anziani che hanno trovato nella rete un modo per comunicare ed essere in contatto tra loro. Il loro motto è: "La rete è dei vecchi, i giovani hanno già la vita". La rete non è solo una grande macchina per fare soldi, ma anche un sistema di sperimentazione, condivisione e integrazione.
E il fenomeno Grande Fratello? E’ una macchina tecnologica mediatica perfetta ma ha dei trucchi, come tutta la televisione. Cosa c’è dietro al Grande Fratello? Sulla base di intercettazioni di alcuni giovani si trovano in rete informazioni non disponibili su nessun canale, nemmeno su Stream.
[Parole chiave: smontare,
condivisione]
Luca
Federico Cadura, Direttore Marketing Studio Universal
Studio Universal è interessato ai codici giovani. E’ un canale tematico, ma come tutti i canali tematici è anche in parte generalista, perché deve attirare gli investitori.
Qual è la sua strategia? Trattando titoli non nuovi, che sarebbero troppo costosi, si promuove un’esplorazione irriverente del mondo cinematografico. Non si presenta come un canale di film, ma di cinema e lo esplora a 360°, proponendo anche speciali, concorsi, informazione, giochi, lezioni, interviste, ecc..
Il canale non è pensato per i giovani , ma la conquista di codici giovani può avvicinarli.
[Parola chiave: codici
giovani]
Milly
Buonanno, Università di Firenze
Alcuni assunti sono da mettere in discussione.
Ai giovani, in realtà,
non interessa se la Tv è generalista o tematica, ma piuttosto quali
contenuti veicola.
Bisogna problematizzare:
se si chiede ai giovani se guardano la Tv risponderanno di no, ma se si
chiede loro quali programmi seguono avranno una lista ben chiara da proporre.
Questo vuol dire che i giovani scelgono i contenuti che rispondono ai loro
bisogni personalizzati. Oggi Internet è il medium che meglio soddisfa
l’esigenza di crearsi percorsi di fruizione propri, considerando però
che la Tv si sta muovendo in questa direzione. I nuovi media infatti non
fanno morire i vecchi, ma li costringono a cambiare.
Il Grande Fratello è interessante per il suo essere ibrido, in quanto compresenza di elementi nuovi e vecchi. La vera attrazione per il pubblico sono gli elementi arcaici: ci sono dei caratteri, personae, messi in una situazione intrigante in grado di creare coinvolgimento emotivo.
[Parola chiave: viewsers,
pendolarismo]
Enrico
Menduni, Università di Siena
Cinque anni fa la Tv era regina delle scelte mediali dei bambini fino a tutte le scuole medie. Dopo la scuola dell’obbligo, un quarto rimaneva monotelevisivo, e tre quarti si aprivano alla musica (e più recentemente alla rete).
Ora la multimedialità
comincia prima, dall’età di 11 anni, ma un 25% di giovanissimi rimane
monotelevisivo. Questo è un problema sociale. Bisogna acquisire
la consapevolezza che possedere la multimedialità è un arricchimento
della propria cittadinanza, prestando particolare attenzione a chi non
ha la possibilità di alfabetizzarsi da sé. La multimedialità
va perseguita perché dà un bagaglio maggiore di conoscenze,
ma la scuola italiana per il momento non è attrezzata ad offrire
il passaggio degli alunni alla multimedialità.
Commento
di Claudia Chellini, Alessandro De Mariassevich, Olivia Favara
Il tema scelto per il convegno è stato veramente il fulcro attorno al quale hanno ruotato tutti gli interventi della giornata. Questo ha dato al dibattito una forte ed evidente coesione; contemporaneamente la presenza di ospiti appartenenti a vari ambiti di competenza ha arricchito la tematica proposta con approcci, prospettive ed esperienze diversificate. Il pubblico ha avuto modo, quindi, di farsi un’idea ampia e abbastanza completa della multimedialità. Allo stesso tempo sono stati assecondati ampliamenti del dibattito in relazione ad argomenti rivelatisi di interesse nel corso della discussione. In alcuni casi è stato dato per scontato che tutto il pubblico fosse in grado di comprendere anche gli aspetti tecnici, quando una semplice e breve puntualizzazione iniziale avrebbe potuto consentire una partecipazione più consapevole.
L’apporto dei professionisti ha consentito di trattare l’argomento con una forte attinenza al contesto attuale della multimedialità in Italia. E’ stato così offerto al pubblico uno scorcio del mondo mediale visto dal suo interno. Alla luce di questo, è auspicabile che la presenza di figure legate al mondo delle professioni continui ad essere forte.
Nel corso della seconda sessione
non è stato considerato, se non per brevi e superficiali accenni,
il medium radiofonico, in omaggio ad una diffusa tendenza all’oblio della
radio. Questa mancanza, oltre a non rispettare le aspettative del titolo
della sessione, sembra trascurare il ruolo molto importante di questo mezzo
nell’ambito della transizione al multimediale. Nessuno degli ospiti, in
effetti, ha portato nel dibattito un contributo critico sulle relazioni
esistenti ed in fieri tra la radio e gli altri mezzi.
Gianpiero Gamaleri, Consigliere d’Amministrazione Rai
"Dobbiamo avere una capacità progettuale per capire e determinare il futuro affinché la banda larga si concretizzi ….
Alberto Abruzzese, Facoltà di Scienze della Comunicazione, Università di Roma "La Sapienza"
"Trovo sorprendente che in pochi anni si siano così trasformati gli scenari.Tuttavia le rappresentazioni sociali, legate ai media tradizionali, non tengono conto dell’accaduto. A fronte di questo, c’è un fiorire di manifesti culturali, di libri e discorsi su Internet, sulle nuove tecnologie, sulle loro possibilità e sulla new economy.
A chi serve la new economy? Non vi sembra che la new economy sia nata per vendere ciò che la old, da sola, non riesce più a vendere? Questo fatto sembra confermato dalla new television, che ha uno schema e una struttura postindustriale, ma che vende e propaganda gli stessi beni della old, solo che li rende accessibili in qualsiasi momento.
La questione è dare contenuti alla New Economy e ai New Media. Si è parlato di innestare vecchi contenuti su nuove tecnologie e questo è tragico, se si considerano i contenuti solo un motore necessario a far funzionare la new economy.
Nuove tecnologie invocano nuovi contenuti e diverse economie.
Altro elemento problematico è che non si è tentato di stabilire una connessione tra New Economy e New Society. Non c’è New Economy senza New Society: perché le nuove tecnologie vanno negoziate socialmente.
La sede di riflessione per
questi temi è l’Opinione Pubblica che non si interessa affatto a
questi temi, ma piuttosto a fenomeni di consumo e di mercato, come Grande
Fratello, che meglio colgono questi cambiamenti. Grande Fratello è
la prima trasmissione che crea un eccezionale motore di multimedialità,
sul quale si è abbattuta l’ignoranza della struttura: l’ignoranza
della vecchia cultura intellettuale."
Gianpiero
Camaleri, Consigliere d’Amministrazione Rai
"I media non sono un ponte tra noi e l’arte, ma sono natura essi stessi, fanno parte dell’arte. Sono stimolo ad una nuova sensibilità."
Alessandro Munari, Presidente Commissione Concessioni Tv
"In questo momento chi vuole fare multimedialità in Italia che cosa può fare istituzionalmente e giuridicamente? Per quanto riguarda le frequenze tv vige in Italia un regime concessorio in base al quale lo Stato si riserva il diritto di concedere o meno l’autorizzazione a trasmettere su una determinata frequenza.
Nel caso di altre tecnologie, come l’UMTS, la filosofia è stata rovesciata. Il sistema è sostanzialmente un’asta, che trova origine nell’analisi economica del diritto. Quest’analisi pretende che una risorsa scarsa debba essere data a chi è disposto a pagare di più, perché ciò presupporrebbe, che è anche disposto a gestirla meglio.
Nel primo sistema si dava
un giudizio sulla capacità di garantire determinati standard. Nel
secondo sistema, puro, si dà un giudizio in base alle disponibilità
finanziarie e all’abilità gestionale generale. A questo punto la
scelta sui due sistemi è una questione puramente etica e non è
superficiale perché ci si dovrebbe preoccupare di dare una valutazione
sulle Tv in base alla loro possibilità di sviluppare e implementare
nuove tecnologie.
Augusto
Preta
"Analizziamo gli aspetti di mercato e i nuovi modelli che caratterizzano la New Economy. Il paradigma Internet modifica fortemente il modello tradizionale televisivo. Il modello tv è a integrazione verticale, ossia l’operatore controlla tutta la catena del valore, sia a monte che a valle. Nella la tv digitale si moltiplica l’offerta a fronte di contenuti limitati ed un controllo verticale è sostanzialmente impossibile, perché i contenuti sono incontrollabili.
Chi gestisce un contenitore deve trasformarsi in portale, tale da poter controllare chi controlla i contenuti.
Ci sono diversi metodi per generare ricavi in quest’universo:
Umberto De Julio, Partner Pino Venture Partners
"Siamo in piena corsa verso la larga banda. É la terza volta che nel nostro paese riparte la corsa al cavo. Agli inizi degli anni ’80 la prima volta, con la Germania che si dotò di una buona ossatura. La seconda volta agli inizi dei ’90, protagonista la fibra ottica, con la Gran Bretagna in testa.
La situazione in Italia ha risentito di una prospettiva eccessivamente "sperimentale" per cui qualsiasi stadio del progetto "fibra ottica" non è stato pensato in rapporto agli aspetti pratici e commerciali dell’offerta di canali e servizi via cavo.
Oggi il motore di questo grande investimento è diverso. Da un lato c’è Internet, e dall’altro c’è la liberalizzazione delle telecomunicazioni. Su quest’ultimo fattore vorrei soffermarmi:
Bisogna tuttavia distinguere tra tecnologie e contenuti.
Il modello che si sta affermando prevede che alcuno costruisca le infrastrutture e che qualcun altro le sfrutti. É questo che moltiplica le possibilità delle imprese, le opportunità di fare impresa.
Queste nuove possibilità sono dimostrate ogni giorno dagli imprenditori che si stanno buttando in questa nuova impresa. Ad esempio: Pino Venture ha recentemente finanziato coi fondi kiwi un progetto di twnet, ovvero di wired & wireless local loop.
Dunque se oggi sono due i
contenuti dominanti, ovvero lo sport e il cinema, l’interattività
potrà aprire nuove possibilità, farà ripensare i contenuti,
con nuove opportunità di contatto col cliente."
Stefano
Gigotti, presidente Rai Click
"Rai Click nasce con obbiettivi molteplici, ovvero quelli della realizzazione di strutture, tecnologie, infrastrutture e contenuti. La prospettiva è quella di unire Tv e Web, realizzando una Tv con funzioni nuove. Unire cioè la semplicità della Tv all’interattività e alla grande messe di dati personalizzabili fornita dal Web. Il problema è che Internet nasce su una Rete lenta, è da qui che nasce l’esigenza della banda larga. Solo la banda larga permetterà il matrimonio tra i due medium.
Rai Click sarà la prima Rete interattiva italiana, mandata su cavo con protocollo TCP-IP. Nasce dalla convergenza di Rai e E-biscom per la creazione di un video portale, un punto di ingresso e di convergenza dell’offerta, sfruttabile semplicemente attraverso il telecomando.
La tecnologia che sarà messa a disposizione dell’utente sarà semplice, e divertente, perché l’offerta si arricchirà tramite il feed-back che si realizzerà.
Una Tv nuova, personalizzata in base al profilo dell’utente, come fanno oggi i portali che riconoscono gli utenti. Potremo sfruttare in futuro la grande ricchezza degli archivi Rai, recuperando quello che è andato perduto. Ad esempio: ultimamente gli Educational sono stati scorporati dagli archivi Rai per renderli più velocemente disponibili. Sarà un’interattività leggera, ma con una miriade di supplementi informativi, che saranno richiamabili in tempo reale, nel momento in cui viene fuori la curiosità, cliccando sullo schermo.
Insomma, ci sarà la
possibilità di creare prodotti nuovi assemblando i vecchi, un blob
personalizzato a piacere dall’utente."
Albero
Sigismondi, Ricerca e Sviluppo Mediaset.
La divisione ricerca e sviluppo
di Mediaset si occupa di ricerca e sviluppare modelli teorici che si auspica
di applicare nella pratica quotidiana del palinsesto; si occupa, altresì,
di pubblicare gli esiti delle ricerche condotte e di divulgare periodicamente
una newsletter sull’attività svolta. Mediaset non ha ancora intrapreso
la via dell’interattività, che attualmente è nei progetti
di Mediadigit, struttura interna a Mediaset che ha il compito di curare
i rapporti tra il prodotto televisivo in senso stretto e le nuove prospettive
offerte dal digitale. Nuovi servizi e nuovi contenuti sono l’opportunità
che offrono le nuove reti a banda larga, per una nuova generazione di prodotto
che, nell’ottica della "convergenza", sarà distribuito su più
media contemporaneamente. La scommessa del futuro è quella di offrire
nuovi servizi interattivi, grazie alla banda larga, che vanno ad aggiungersi
a quelli televisivi a carattere tradizionale. La prospettiva statunitense
di sviluppo della convergenza punta tutta la sua attenzione sulla Rete,
la cui penetrazione nell’utenza finale è del 43%, grazie anche alla
qualità delle connessioni, nettamente più veloci di quanto
non avvenga in Europa e, in particolare, in Italia, laddove la rete telefonica
analogica costituisce ancora lo strumento primario di accesso ad Internet.
Alberto
Abruzzese, conclusioni
Il pensiero americano sull’offerta generalista è sdoppiabile in due grandi filoni. Il primo legato alla spinta, prettamente statunitense, all’innovazione assoluta e continua. Il secondo legato al pensiero radicale, sempre più diffuso, legato a sensibilità sempre più comuni che ha trovato nella Rete il suo territorio, il suo habitat. È questo pensiero radicale, libertario, che realizza in realtà, un’effettiva innovazione di prodotto. Perché questo viene prodotto in Rete e pensato per la Rete.
L’Europa non è mai riuscita a legarsi a questo pensiero. In Italia la questione è ancora più grave, con profonde resistenze dal punto di vista culturale, con conflitti che si generano ogni volta di fronte alle innovazioni. La nostra cultura politica, soprattutto, non è capace di innovare.
Bisogna uscire dagli steccati del sapere, uscire dai modelli culturali tradizionali. Se così non sarà avremo una strozzatura che potrebbe ripercuotersi anche sul livello economico della discussione.
Abbiamo mancato, in passato,
delle grandi occasioni anche sul piano degli old media. Non vorrei che
la stessa cosa si ripetesse per i New Media. Purtroppo per avere contenuti
nuovi sono i processi di formazione che vanno rinnovati. In Italia manca
un tessuto portante che alimenti l’innovazione."
Commento di Giovanni
Montefusco
Tv, Web, radio: un punto in comune.
La convergenza, tanto attesa dai profeti dei media, è davvero dietro l’angolo; gli sviluppi esponenziali della Information Technology dell’ultimo decennio costituiscono la prova di come l’agognato intreccio tra suoni, immagini e dati stia assumendo un senso compiuto e una valenza del tutto nuova.
Il ruolo distinto ed autonomo, ma al contempo limitato, che la radio, dapprima, e la televisione, poi, hanno assunto nella società e nell’impiego del tempo libero, ha perso i propri connotati con l’avvento della tecnologia digitale, autrice di una nuova generazione di prodotti sempre più piccoli e dalle prestazioni sempre più evolute.
Il computer, capofila di questa nuova era della elettronica di consumo, è lo strumento aggregatore di tutte le moderne tecnologie della comunicazione; la sua estrema versatilità, infatti, consente di registrare e riprodurre suoni, immagini, testi e qualsiasi altro formato di dati che possa costituire elemento di informazione, con migliore qualità e con più semplicità rispetto al passato.
La evoluzione delle reti telematiche, prima tra tutte Internet, ha incrementato sensibilmente lo sviluppo della società dell’informazione e grandi flussi digitali scorrono quotidianamente su dorsali terrestri e satellitari che trasportano conversazioni e dati in maniera perfettamente integrata.
In questo scenario non ha più senso parlare singolarmente di radio, di tv, di stampa.
Il nuovo millennio si pone all’umanità con la totale integrazione dei prodotti mediali: il differimento dei tempi che ha la carta stampata nel divulgare l’informazione di un evento si riduce drasticamente se la notizia è diffusa su un Web magazine; l’evoluzione della telefonia mobile di terza generazione favorirà enormemente lo sviluppo di contenuti multimediali pensati non più soltanto per il mezzo radiofonico, televisivo o cartaceo fine a se stesso, bensì per la Rete, che troverà nella tecnologia UMTS un ulteriore canale di propagazione delle nuove offerte accanto a quelli, già affermati, della Web tv e del tradizionale accesso tramite cavo.
La spinta sociologica di comprimere spazi e tempi del moderno agire ha così determinato la tendenza a sviluppare un linguaggio per il Web, più snello, più diretto, più specifico e maggiormente rispondente alle aspettative dei consumatori dei prodotti culturali e di intrattenimento.
Un linguaggio destinato in breve tempo a sconvolgere l’attuale assetto dei media tradizionali ed elettronici, per aprire la strada a palinsesti multimediali integralmente costruiti su domanda dell’utente.
Quale sarà, nel nuovo contesto, il futuro della radiofonia e della televisione?
La scatola sonora, così come il piccolo schermo, non c’è dubbio, nella maggior parte dei casi muteranno la loro identità generalista per assumere le sembianze che sono proprie della tematicità e le nuove proposte audio e video somiglieranno sempre più ad una mediateca virtuale ove accedere ad offerte commerciali e servizi finanziari e, naturalmente, ove attingere interattivamente musica, notizie dell’ultima ora o di repertorio, fiction, graffiti, rubriche e qualsiasi altra sorta di prodotto che la umana fantasia saprà sviluppare in futuro.
La spinta sociologica di comprimere spazi e tempi del moderno agire ha così determinato la tendenza a sviluppare un linguaggio per il Web, più snello, più diretto, più specifico e maggiormente rispondente alle aspettative dei consumatori dei prodotti culturali e di intrattenimento.
Un linguaggio destinato in breve tempo a sconvolgere l’attuale assetto dei media tradizionali ed elettronici, per aprire la strada a palinsesti multimediali integralmente costruiti su domanda dell’utente.
Quale sarà, nel nuovo contesto, il futuro della radiofonia e della televisione?
La scatola sonora, così
come il piccolo schermo, non c’è dubbio, nella maggior parte dei
casi muteranno la loro identità generalista per assumere le sembianze
che sono proprie della tematicità e le nuove proposte audio e video
somiglieranno sempre più ad una mediateca virtuale ove accedere
ad offerte commerciali e servizi finanziari e, naturalmente, ove attingere
interattivamente musica, notizie dell’ultima ora o di repertorio, fiction,
graffiti, rubriche e qualsiasi altra sorta di prodotto che la umana fantasia
saprà sviluppare in futuro.
Nell’ambito di Eurovisioni,
Festival dell’Audiovisivo Europeo, da tre anni ha luogo il progetto "Studenti
Europei a Eurovisioni".
Questo progetto si propone come scopo principale di mettere in contatto studenti universitari e professionisti nel campo dell’audiovisivo,che nel corso della conferenza annuale si incontrano e scambiano le loro idee.
E’ un incontro tra il mondo accademico e il mondo del lavoro, il mondo dei giovani con i loro progetti e i loro ideali e i professionisti ai massimi livelli con le loro esperienze e conoscenze pratiche.
Il confronto si è rivelato sempre stimolante per le due parti in causa, i ragazzi nel corso della conferenza intervengono nei dibattiti, in seguito scrivono una relazione e dei commenti sui lavori che hanno seguito.
Questo lavoro è la loro presentazione ai professionisti del campo e, naturalmente, sperano che possa servire come primo contatto per possibili sviluppi lavorativi.
La loro speranza è
anche la mia, convinta come sono che l’interesse è assolutamente
reciproco perché sono tutti validi e meritevoli.
Francesca
Minutillo-Turtur ( coordinatore progetto studenti)
.
Le università che
hanno collaborato sono La Sapienza, Mario Morcellini, Lumsa, Carlo Gelosi,
Università di Firenze, Milly Buonanno, Università di Liegi,
Pascal Durand.
Sorbonne, Paris 1 Dess,
Daniel Sabatier, Sorbonne Paris-8, André De Marjorie.
Gli studenti che hanno partecipato
all’edizione 2000 sono:
Per la Giornata Italiana
Scienze della comunicazione,
Università di Roma "La Sapienza"
Alvise Bompensa,
iscritto al quarto anno del corso di laurea in Scienze della comunicazione,
indirizzo Comunicazione istituzionale e d'impresa.
Kristiana Cufari, laureata in Scienze della comunicazione (luglio 2000), indirizzo Comunicazione istituzionale e d'impresa, titolo tesi: La TV italiana nel mercato "glocale", votazione finale 110/110.
Alessandro De Mariasevich, laureato in Sociologia (luglio 2000), indirizzo Comunicazione e mass media, titolo tesi "La radio di immagini" (sull'evoluzione, da parte delle radio, del modo di farsi pubblicità) votazione finale 107/110.
Ugo Esposito, iscritto al quarto anno del corso di laurea in Scienze della comunicazione, indirizzo Comunicazione istituzionale e d'impresa.
Riccardo Frontalini, laureando in Scienze della comunicazione, indirizzo Comunicazione istituzionale e d'impresa. Argomento della tesi: marketing delle imprese televisive.
Alessia Giammarino, laureata in Scienze della comunicazione (luglio 2000), indirizzo comunicazione istituzionale e d'impresa, titolo tesi "La comunicazione sul web. Il caso HotWired" (analisi della comunicazione del sito di HotWired),votazione finale 110/110 e lode.
Fabrizia Midulla, laureanda in Scienze della comunicazione, indirizzo comunicazione di massa, argomento della tesi: stampa (indagine sui consumi culturali dei non lettori).
Pablo Rojas, iscritto
al quarto anno in Scienze della comunicazione, indirizzo comunicazione
di massa.
LUMSA Scienze della Comunicazione
Giovanni Montefusco
V anno, indirizzo giornalismo
Tesi " Storia e sviluppo
della radiofonia in Italia"
Prof.Andrea Melodia
OTeorie e tecniche del linguaggio
radiotelevisivo
Gianluca De Matteis Tortora
V anno, indirizzo " Comunicazione
Istituzionale e d’Impresa"
Tesi: "Il futuro del servizio
radiotelevisivo"
Prof. Carlo Gelosi
Università di
Firenze Master in Comunicazione prof. Milly Buonanno
Claudia Chellini
Laurea in Lettere e Filosofia,
indirizzo moderno, conseguita presso l’Università degli Studi di
Firenze nell’a.a. 1998/99 con la votazione di 110/110 e lode.
Attualmente frequento un Master in Comuncazione e Media, organizzato dalla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Firenze (profilo scelto: "Cultura e industria della fiction televisiva").
Olivia Favara
Università degli
Studi di Trento, Facoltà di Sociologia, 1999, Laurea in sociologia
110/110, tesi in Sociologia delle Comunicazioni di Massa: La TV dei sentimenti.
Il privato in video. Alcune esperienze italiane
Master in Marketing e Comunicazione
d’impresa, ottobre 1999 - luglio 2000, presso ICT Marketing University
(Esse Emme srl – Metaconsulting srl), certificato Cepas, borsa di studio
di Confindustria
Per le giornate
Europee
Università di Liegi,
prof. Pascal Durand
Virginie Houet
1995-1998: candidatures
à Avignon (Communication)
- 1998-2000: licences à Liège (Information et Communication)
- Mémoire: "Dumas, chroniqueur culturel. Une lecture des Mohicans
de Paris"
- grade final: Distinction
Pedro Vieira da Silva
- 1996-1998: candidatures à Liège (Information et Communication)
- 1998-2000: licences à Liège (Information et Communication)
- Mémoire: "Les enjeux de l'augmentation des droits télévisés
dans le football à travers l'exemple français"
- Grade final: Distinction
Dess Sorbonne I, prof. Daniel Sabatier
Florence Valencourt, Thibault
Gast, Isabelle Péchoux, Laila Tahhar, Stéphanie Kaim, Sébastien
Pavard
Sorbonne Paris-8, prof. André De Marjorie
Elisabetta Pomiato, Karine
Brishoual, Bertrand Mill