ARRIVANO I FILM
PROPOSTE PER LE SCUOLE SUPERIORI ANNO SCOLASTICO 1996/'97
 

INTRODUZIONE
"La bibliografia delle dissertazioni e degli studi sull'Amleto formerebbe un volume grosso il doppio dell'elenco telefonico di Varsavia." Questo è quel che afferma Jan Kott nel volume Shakespeare nostro contemporaneo e l'asserzione si potrebbe estendere anche ad altri testi dell'Autore di Stratford. Chi si appresta a proporre un percorso all'interno della considerevole filmografia relativa alle opere cinematografiche ispirate ai suoi lavori deve tenere conto del dato ed evidenziare, per il lettore delle schede di analisi, le scelte compiute.
Gli estensori di questo catalogo e coloro i quali hanno effettuato la selezione hanno dovuto innanzitutto tenere conto della disponibilità delle copie in pellicola. Pertanto nelle omissioni non rientrano solo i film ritenuti 'minori', ma anche opere importanti di cui o non esistono più i diritti di proiezione in Italia oppure le cui copie sono troppo usurate per poter essere proiettate con risultati qualitativi soddisfacenti.
Nel momento in cui si è deciso come procedere nella elaborazione delle schede si è scelto, innanzitutto, di conservare il taglio specifico di analisi dal punto di vista cinematografico. Gli autori, tenendo conto del testo citato nelle prime righe, non si  arrogano il credito (che risulterebbe millantato) di proporre letture o enucleare percorsi di analisi sull'opera shakespeariana che altri e ben più qualificati interpreti hanno già sviluppato.
"Shakespeare sopporta tutto" si diceva nel vecchio musical 'made in Usa' Kiss Me Kate, rilettura molto rimaneggiata de La bisbetica domata. Ha sopportato quindi anche interpretazioni cinematografiche realizzate con i 'i punti di vista' più diversi. Le schede intendono mettere in luce pertanto le scelte che sceneggiatori e registi hanno effettuato sul testo dal punto di vista letterario e l'utilizzazione degli 'specifici' del cinema in ogni singolo caso.
Come scrive Guido Fink in "Shakespeare sullo schermo: 'un simile oggetto non esiste'" nel volume "Mettere in scena Shakespeare", edito da Pratiche Editrice nel 1987 "Il contributo della fantasia (...) non può che essere individuale, difficilmente sopporta una versione visiva o tradotta in termini 'oggettivi' e immutabili." Più avanti aggiunge: "Non si può fare a meno di tradurre Shakespeare (sullo schermo o altrove), e al tempo stesso tradurre Shakespeare non si può" per la complessità dei significati che il suo scrivere implica. Queste schede non implicano quindi giudizi di merito ma si limitano a voler fornire un materiale che funga da stimolo e approfondimento per docenti e studenti.