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CINA: L’AVANZATA DEL DIGITALE

I primi schermi digitali in Cina sono stati installati nel giugno 2002. Un anno e mezzo fa, ce n’erano 34. L’obiettivo: creare un circuito di 300 sale digitali entro la fine del 2005, per coprire tutte le città medio-grandi in Cina. Attualmente la Cina ha 196 schermi digitali operativi, con altre 211 attrezzature pronte per l’installazione, che arriveranno a coprire tutte le 29 province, regioni autonome e municipalità. Molto probabilmente, China Film Group raggiungerà, così, più di quanto previsto. Ne parliamo, dopo quasi due anni dal suo primo contributo alle nostre pagine (“European Cinema Journal” n. 1/2004 e n. 2/2004), con Zhou Tiedong, Presidente di China Film Group Import and Export (LA).

All'inizio del 2004 avevate rilevato ancora una certa diffidenza, da parte sia degli spettatori, sia di alcuni esercenti, verso l'affidabilità della tecnologia digitale. È cambiato qualcosa?
A livello tecnico, non vi è alcun problema per quanto riguarda la proiezione dei film digitali. Ciò che ostacola gli ulteriori sviluppi del cinema digitale è, ancora una volta, la questione dei requisiti tecnici e degli standard.
Attualmente la Cina utilizza tre tipi di server. Sebbene possiamo usare lo stesso sistema di compressione MPEG-2, il metodo di assemblaggio non è unificato: sono necessari, quindi, tre diversi dischi master, cosa che crea un rialzo dei costi e difficoltà nella distribuzione.
Un altro problema è quello degli investimenti. Il costo dell’attrezzatura per la proiezione digitale è alto (80.000 – 100.000 dollari per unità, tasse di importazione escluse). Così, con il 35mm ancora disponibile con facilità, le sale esitano generalmente a investire nell’installazione delle attrezzature per la proiezione digitale. Abbiamo bisogno di un modello di business che funzioni nella pratica. Ciò su cui contiamo ora sono i fondi del governo, che non sono abbastanza e che, a lungo termine, non rappresentano il modo giusto per una sana economia orientata al mercato. Poiché il mercato cinematografico cinese ha un grande potenziale, gli investitori privati e stranieri mostrano interesse alla costruzione di cinema digitali in Cina. Attualmente siamo in trattativa con alcuni partner stranieri, nella speranza di trovare un modello di business adatto per la Cina. Con l’affermarsi della tecnologia digitale, ci aspettiamo che i costi delle attrezzature calino: abbiamo perciò molta fiducia nell’espansione dei cinema digitali in Cina.

È una società di China Film Group, China Film Digital Cinema Circuit, ad occuparsi della distribuzione dei contenuti digitali. Quale il vostro giudizio sull'attuale offerta di contenuti, in termini sia di D- ed E-Cinema, cioè di cinema digitale in senso stretto e di cinema elettronico?
L’offerta dei contenuti coinvolge tutti gli aspetti della produzione, della distribuzione e dell’esercizio cinematografico. Per molti film cinesi, la tecnologia digitale è sempre più comunemente impiegata nel processo di produzione, specialmente per quanto riguarda gli effetti speciali, ad esempio in film quali La Foresta dei Pugnali Volanti e On The Taihang Mountain. La tendenza è verso la digitalizzazione totale. Il mercato cinematografico rurale, invece, utilizza il cinema elettronico per proiettare contenuti digitalizzati al posto della proiezione della copia tradizionale in 16mm. Il China Film Bureau ha attualmente investito in circa 300 installazioni su base sperimentale. Si prevede che, entro il 2010, il numero totale di installazioni elettroniche raggiungerà quota 1.000.

E come avvengono distribuzione ed esercizio in termini di D-Cinema?
Visti i vantaggi del cinema digitale, i distributori e gli esercenti locali sono più che inclini a proiettare titoli digitali. Già ora la programmazione dell’inizio del 2006 è fitta di uscite digitali. Fino all’ottobre 2005, abbiamo distribuito in tutto 60 film in formato digitale. Di questi 24 sono titoli importati (11 distribuiti solo in digitale) e 36 sono produzioni nazionali (7 solo in digitale), inclusi 7 film prodotti interamente in digitale. Negli ultimi tre anni, gli incassi totali generati da questi schermi digitali ha raggiunto i 250 milioni di RMB (circa 31 milioni di dollari).
Nel 2005, il China Film Group Digital Cinema Circuit ha previsto la distribuzione di un totale di 40 titoli in formato digitale, con un incasso stimato a 120 milioni di RMB (circa 15 milioni di dollari), di cui le produzioni nazionali costituiranno più dell’80%. Ciò è dovuto al fatto che la maggior parte dei blockbusters di Hollywood quest’anno non vengono distribuiti nelle sale digitali cinesi. Secondo le nostre statistiche, nel caso di una tipica uscita su vasta scala, l’incasso relativo agli schermi digitali rappresenta circa il 10%-20% dell’incasso totale.

Quali le prospettive di China Film Group per il futuro?
Crediamo che, con il sostegno del governo, se troveremo un modello di business adatto e riusciremo ad attirare gli investitori nel settore del cinema digitale, il digitale in Cina raggiungerà uno sviluppo ancora maggiore. Il film digitale, in quanto rivoluzione tecnologica, renderà più prospera l’industria cinematografica e aprirà una nuova frontiera per il cinema cinese.

M. V. G.

Traduzione dell’intervista pubblicata sulla Newsletter di MEDIA Salles “European Cinema Journal” n. 4/2005 – “Speciale CineAsia”.