Viva gli Italiani!

Per più di mezzo secolo, i film italiani sono stati fra i più amati dagli spettatori dell’Europa Orientale. Questa passione reciproca ebbe inizio con il neorealismo, accettato per un certo periodo con riluttanza dai nuovi dirigenti comunisti, come qualcosa di simile al realismo socialista. Alla fine degli anni Cinquanta, durante il disgelo, uscirono nell’Unione Sovietica e, in un numero ancora maggiore, nei suoi paesi satelliti, molti classici italiani, insieme a commedie di sapore neorealista. Antonioni, Fellini, l’ultimo Rossellini e Visconti furono amati dagli intellettuali, ma un po’ meno dalle autorità, come dimostra lo scandalo al Festival di Mosca – quando i più anziani del partito non apprezzarono che il premio più importante andasse a 8 ½ di Fellini anziché al “capolavoro” sovietico del momento. Le autorità furono meno critiche nei confronti della nuova corrente di ispirazione più o meno marxista, come Rosi, Petri e Damiani. Pasolini fu bandito dagli schermi russi per i suoi temi legati al sesso e alla religione. Negli anni Settanta, dopo l’invasione della Cecoslovacchia, la mentalità da guerra fredda limitò l’accesso a qualsiasi cosa seria o interessante proveniente dall’Ovest. La crisi del cinema italiano non fu certo d’aiuto.
Il crollo dell’Unione Sovietica e del sistema socialista, nei primi anni Novanta, portò nuove speranze. Cosa quanto mai importante, film precedentemente banditi, furono proiettati in video (di norma in versione pirata) e talora anche nelle sale e in televisione. Ma le nuove produzioni che uscivano erano soprattutto americane, tranne che in Russia, dove le majors di Hollywood boicottarono il mercato fino all’uscita di Titanic nel 1997. Dopodiché, Hollywood prese piede dappertutto, con alcune eccezioni per le produzioni nazionali (in primo luogo in Polonia e negli ultimi due anni in Russia).
I dati sul mercato cinematografico disponibili per la maggior parte dei paesi ex socialisti dal 1990 in poi sono spesso imprecisi e incompleti.
È ragionevole credere che nella maggior parte degli stati dell’Europa Centrale e Orientale e nelle ex repubbliche sovietiche (paesi della CSI, Lettonia, Lituania ed Estonia), i film italiani occupino il quarto posto, molto distanziati da quelli statunitensi, a loro volta seguiti dalle produzioni nazionali e, solitamente, da quelle francesi.
Ogni paese acquista film differenti per la distribuzione nelle sale e in video. Perfino il campione di incassi La Vita È Bella (circa un milione di presenze per l’intera area), distribuito in tutto il mondo dall’americana Miramax, non ha avuto lo stesso successo in tutti i paesi.
Come dimostrano alcune ricerche, per gli otto maggiori mercati dell’Europa Centrale e Orientale, la diversità dei risultati è evidente, così come è diverso l’interesse del pubblico per i film italiani. È comunque chiaro che a questi film manca una promozione adeguata e stanno perdendo la battaglia con Hollywood.
In Russia, nonostante dati precisi non siano disponibili, vengono acquistati molti film italiani (in media 10 all’anno), ma sono davvero pochi quelli che escono nelle sale e ancora meno quelli che totalizzano abbastanza incassi da entrare nelle classifiche.
Ad esempio, secondo Rossiiskaia Kinematografia 2004, il Bollettino dell’Agenzia Federale per la Cultura e la Cinematografia presso cui i titoli sono ufficialmente registrati, nel 2004 sono stati acquistati per la distribuzione in sala otto film (di cui solo 4 sono usciti finora) e 108, tra cui anche titoli di repertorio, per l’home video, oltre a un film di animazione e a 29 film non-fiction per l’home video. Solitamente, le grandi società russe acquistano per tutte le repubbliche ex sovietiche, ma ciò non significa che facciano uscire i film ovunque. Ma a volte può succedere il contrario. Ad esempio, il film che ha aperto il 27° Festival Internazionale di Cinema di Mosca, La Vita che Vorrei, è stato acquistato da una società ucraina per l’intera CSI, Russia inclusa. Il film, accolto molto positivamente al Festival, ora potrebbe uscire nelle sale.
Il vincitore del Gran Premio al 25° Festival di Mosca, La Fine di un Mistero (coprodotto con la Spagna), è uscito nelle sale solo quest’anno. I risultati dei film italiani sono solitamente modesti a causa dell’uscita limitata (meno di 10 copie). I distributori locali propongono ai selezionatori del festival numerose coproduzioni a partecipazione italiana (ad esempio, i successi di quest’anno Niente da Nascondere e Tickets). Dall’altro lato, alcuni film famosi, come Le Conseguenze dell’Amore, hanno avuto successo al festival, ma non hanno ancora trovato un distributore locale.
Il risultato di questa breve analisi è evidente: esistono grandi possibilità di promozione per i film italiani in Russia e nell’Europa Centrale e Orientale, ma ci vogliono reciproci sforzi per una politica di promozione efficace. Iniziative nuove e lungimiranti come quella intrapresa, nel settore della produzione, da Anica al Festival di Mosca per far conoscere le strutture che facilitano le riprese cinematografiche in Italia, sono benvenute anche nel settore della promozione.

Kirill Razlogov
Direttore della Programmazione
del Festival Cinematografico Internazionale di Mosca

Una versione di questo articolo completa di tabelle sarà presto disponibile nella sezione “Cinema Research Library” del sito web di MEDIA Salles (www.mediasalles.it).