Babe - Maialino coraggioso
di Chris Noonan
 
Sinopsi
Analisi della struttura
Elementi per la discussione
Idee
 

Dati generali
 
Produzione: George Miller, Doug Mitchell, Bill Miller per A Kennedy Miller Film
soggetto: 
s:
basato sul libro di Dick King Smith 
George Miller, Chris Noonan 
Sceneggiatura:  
Direttore della fotografia: 
Roger Fors 
Andrew Lesnie
Musica originale: 
Montaggio:
Nigel Westlake 
Marcus D'Arcy, Jay Friedkim
Interpreti: Miriam Margolyes (nonna Rosy) 
Lola Bates-Campbell (nipotina)
Durata: 88' - Australia, 1955

Sinopsi
Un piccolo maialino d'allevamento, subito dopo essere stato separato dalla madre che -così come crede lui- è partita verso un posto meraviglioso, viene esibito in fiera e vinto da un allevatore competente, che lo porta alla sua fattoria. Qui il maialino si appresta a passar la notte tutto solo, ma una femmina di cane pastore decide di prendersi cura di lui e di tenerlo insieme ai suoi cuccioli. Così Babe (la mamma lo chiamava con questo nome) fa conoscenza con il nuovo ambiente e con tutti gli animali della fattoria. Il giorno di Natale durante una gita solitaria al pascolo, scopre che alcuni ladri di bestiame stanno rubando le pecore del suo padrone e corre ad avvertirlo. Questi allora pensa che Babe lo potrà aiutare in futuro a guidare le pecore insieme ai cani, e lo mette alla prova. Il piccolo maialino si dimostra abilissimo perchè sa trattare le pecore con gentilezza e queste gli obbediscono. Diventa quindi un ottimo maialino da pastore, tanto che il padrone pensa di iscriverlo a una gara importante destinata ai cani. Nal frattempo una delle pecore viene attaccata e uccisa da un branco di cani selvatici, e la colpa ricade su Babe. Il padrone sta per ucciderlo, ma scopre che non è stato lui; allora non solo lo risparmia, ma lo fa partecipare alla gara. Babe vince fra l'incredulità generale seguita poi da lunghe ovazioni. Fondamentale per la vittoria è l'aiuto del cane pastore suo "patrigno", che è sempre stato geloso di lui, ma che è rimasto infine conquistato dalla bontà e dalla tenerezza del porcellino.

Analisi della struttura
Il film è tratto dal libro omonimo di Dick King Smith. Si tratta di un'opera che può molto utilmente contribuire a quel discorso di convivenza che comincia già alla scuola materna, su un piano di rapporti interpersonali all'interno del gruppo di bambini, e prosegue, nell'arco della scuola dell'obbligo, allargandosi ai rapporti sociali nell'ambito di comunità più vaste.
Il senso dell'opera è tutto compreso nelle prime parole pronunciate dalla voce di commento: "Questa è la storia di un cuore libero da pregiudizi che cambiò per sempre la nostra valle". Il soggetto svolge il tema attraverso una vicenda nella quale sono protagonisti gli animali della fattoria e la coppia di anziani fattori che la governano.
La mdp si muove per lo più ad altezza di animale e l'elaborazione a computer delle immagini consente di far parlare le bestie in modo molto suggestivo.
Nonostante gli animali siano i protagonisti del racconto, il mutamento interviene anche in virtù di una intima comprensione reciproca fra bestia e uomo: "il fattore e Babe si guardarono negli occhi ed ebbero la flebile consapevolezza di un comune destino".
Babe, nascendo porcellino, è destinato ad ingrassare e morire molto presto, ma il caso muta gli eventi. Nella fattoria conosce un mondo in apparenza molto bello, ma ben presto, tuttavia, si scontra con i pregiudizi che tengono divise le varie specie animali. C'è una specie di scala gerarchica fra di loro in cima alla quale stanno le bestie che i padroni accolgono in casa (cani e gatti), seguono le specie che svolgono per l'uomo una funzione che si ripete nel tempo (gallo, cavallo e pecore), e alla base si collocano quelli utili semplicemente come nutrimento per gli esseri umani (anatra e maiale). Fra le due classi più elevate c'è una reciproca diffidenza e mancanza di stima e chi sta più in alto comanda tutti per un diritto indiscutibile, perchè "così vanno le cose".
Babe, l'ultimo, è colui che scardina questo sistema. Poichè è un cucciolino bisognoso delle cure materne si sceglie come mamma la cagna del fattore e la bestia accetta di ricoprire tale ruolo. Questa maternità inconsueta colloca Babe in una posizione diversa rispetto a quella di un qualsiasi maiale, nella quale gode di alcuni privilegi, ma soffre per alcune proibizioni (non può entrare in casa). Egli scopre gradualmente quali pregiudizi dividono gli animali della fattoria e infine prende consapevolezza della sua identità, aiutato in questo dalle bestie che condividono con lui la stessa posizione nella scala gerarchica.
Babe rappresenta colui che non ha alcun pregiudizio rispetto alle persone che lo circondano ed è quindi capace di trattare tutti gentilmente allo stesso modo, perchè tutti hanno pari dignità. Per questo Babe non sa comandare alle pecore ma sa chiedere e ottenere la loro collaborazione. In sostanza chiede una risposta libera perchè sa che la bestia che gli sta davanti può dargliela, non è "stupida". Le pecore capiscono il suo animo e in un momento di personale difficoltà per il maialino, quando deve imparare a fare il pastore, gli indicano la strada: non adeguarti ai comportamenti altrui continua ad essere te stesso.
Il film mostra come la generosità di Babe conquisti gradualmente tutti gli animali ed infine anche il cane maschio, duro e intransigente, si lasci cambiare dall'incontro col maialino e gli riconosca a tutti gli effetti un diritto a succedergli.
La storia è suddivisa in blocchi narrativi introdotti da una didascalia che contiene il titolo delle scene che seguiranno (l'origine letteraria del film è pertanto chiara); un gruppetto di topini inquadrati in un'iride altrettanto piccola fanno da coro, commentando o cantando.
Le scene sono state registrate ina una zona molto verde, a prati e boschi, dell'Australia. La vicenda si svolge per lo più all'interno e intorno alla casa di campagna. La fotografia e la scenografia costruiscono un luogo di fiaba. Quella che vediamo è l'immagine molto pacificante della fattoria dei nostri sogni, quella che costruiamo nel corso delle nostre letture d'infanzia.
Il linguaggio è molto chiaro e la recitazione ha un ritmo adatto anche ai bambini più piccoli. Il film consente di introdurre i bambini a delle semplici annotazioni tecniche.
Si può far loro osservere il grande lavoro di montaggio che caratterizza tutte le scene e in modo molto particolare quelle d'azione.
Si possono notare i vari modi utilizzati dal regista per cambiare la scena: iridi che si chiudono, tendine trasversali, tendine circolari.
E' molto bella la colonna sonora che comprende noti brani di musica classica (fra gli altri di Saint Saens, Grieg, Bizet), che accompagnano in modo immediato la rappresentazione scenica. Da ultimo occorre segnalare l'uso di animali fabbricati dall'uomo e azionati elettronicamente per le scene dove le bestie vengono in qualche modo ferite.

Elementi per la discussione
A seconda dell'età dei bambini si possono fare raffronti fra la vita degli animali della fattoria e quella nella società umana

Idee
1) Ripetere la storia in classe recitandola più volte e scambiando i ruoli
2) Ai bambini più grandi si può chiedere di raccontare la storia come viene vista da protagonisti diversi dal maialino (ad esempio: Come la racconterebbe il cane da pastore?) 3) Se disponete di un videoregistratore con moviola fate contare quanti cambi di inquadratura si succedono nel corso di un'azione