Otello
di Oliver Parker
 
Sinopsi
Analisi della struttura
 

Dati generali
 
Produzione: Luc Roeg, David Barron  
Soggetto: tratto dall'opera omonima
Sceneggiatura:  Oliver Parker
Musica: Charlie Mole
Fotografia: David Johnson 
Montaggio: Tony Lawson
Interpreti: Laurence Fishburne (Othello)
Irene Jacob (Desdemona)
Kenneth Branagh (Jago)
Nathaniel Parker (Cassio)
Michael Maloney (Rodrigo)
Gabriele Ferzetti (Doge di Venezia)
Distribuzione:  Medusa 
Durata: 123' - Gran Bretagna, 1995

Sinopsi
A Venezia si sta preparando una guerra contro i Turchi e il Doge intende avvalersi dell'abilità del coraggioso Othello. Costui è innamorato della bella Desdemona suscitando così l'invidia di Roderigo. A questo si aggiunge il malcontento di Jago, alfiere di Othello, che non sopporta di vedere come il luogotenente Cassio sia apprezzato dal suo padrone.
Jago fa in modo di avvisare il padre di Desdemona di quanto sta accadendo ma costui, dinanzi al Doge e al Consiglio riunito, non può far altro che cedere all'evidenza. Jago però non recede e, a Cipro, costruisce un'abile trama di maldicenze per fare in modo che Cassio perda il favore di Othello il quale lo crederà l'amante di Desdemona. Cassio viene infatti privato del titolo di luogotenente che viene assegnato a Jago. Desdemona si ritrova contro il marito a cui Jago ha mostrato la 'prova' del fazzoletto che il nobile aveva regalato alla sposa e sarebbe finito nelle mani di Cassio. Othello strangola Desdemona e poi si uccide.
 
Analisi della struttura
Il film si apre con immagini notturne. Un volto mascherato, una fanciulla che corre, qualcuno che osserva. Il Doge intanto, a Palazzo, deve affrontare il problema dei Turchi e pensa di affidare il comando della spedizione a Otello. Il mistero è già costruito (con l'aiuto di una musica 'tesa') in un film decisamente 'illustrativo'. A differenza degli altri registi (Welles ovviamente in testa) che hanno affrontato i testi shakespeariani scegliendo una loro linea di interpretazione, Parker decide di non decidere. Mette cioè in scena tutte le possibili letture della tragedia: Si va infatti dalla gelosia 'professionale' di Jago nei confronti di Cassio, all'ipotesi di gelosia omosessuale nei rapporti tra Jago e il suo rivale nei confronti di Otello (non si capisce perchè sia scritto con il 'th') . Si affrontano i temi dell'amore della gelosia, dei rapporti di potere, delle differenze razziali (siamo di fronte al primo Otello 'veramente' di colore della storia del cinema), dell'istinto che si contrappone alla ragione.

Il film si rivela quindi proficuo per una lettura 'a confronto' con l'opera di Welles più che con il testo di Shakespeare che viene qua e là sfrondato ma è sostanzialmente rispettato.
La macchina da presa, come nei film di Branagh che qui è solamente interprete ma deve avere dato qualche consiglio, è estremamente mobile. Parker lavora molto anche sui primi piani e sugli 'a parte' in cui i protagonisti 'pensano ad alta voce' rivolgendosi agli spettatori. Lo Jago di Branagh è particolarmente efficace in questo e c'è chi ha scritto: "'Io odio il Moro': perchè, quando Jago pronuncia queste quattro semplicissime parole, un brivido ci percorre la schiena? Facile rispondere: perchè ci guarda negli occhi. Ci fa suoi complici. Così Oliver Parker ci introduce nel 'suo' Othello. Facendoci partecipi del Male di Jago. " (Luigi Paini, Il Sole 24Ore, 3/3/1996). Primi piani analoghi vengono però lasciati anche a Otello e si corre il rischio della ripetitività anche se poi si cerca di evitare il rischio della retorica facendo porre da Jago una mano sulla macchina da presa con un gesto ironico che 'denuncia' la presenza del mezzo. Irene Jacob, inoltre, è dotata di una bellezza troppo 'moderna' per essere accettata in questo contesto. E' difficile sentirla cantare mentre, immersa nella vasca, la serva la lava così come lo è l'assistere alle crisi epilettiche di Otello.
In una messa in scena che sta attenta a proporre, oltre che le diverse 'letture', anche uno studiato mèlange di azione, di eros, di tensione e di scioglimento, di romanticismo e di violenza Parker inserisce anche una serie di 'segni' che talvolta appaiono ridondanti. Ne elenchiamo alcuni: Otello e Desdemona che si amano su un letto cosparso di petali di rose; il re nero e la regina bianca degli scacchi che vengono gettati nel pozzo così come i cadaveri di Otello e di Desdemona verranno gettati in mare, le già citate maschere che attraverso la laguna notturna. Tutti questi segni rischiano di apparire come sottolineature didascaliche di una vicenda dotata di ben altri spessori e capacità di coinvolgimento.
Resta comunque interessante, dopo la lettura del testo shakespeariano, andare a verificare come il cinema possa intervenire, con il suo apparato linguistico, in modo determinante. Basti pensare all'uso delle ossessioni 'mentali' di Otello che si traducono in immagini sempre più elaborate sul piano del montaggio o alle scelte di esterni ovviamente impossibili da collocare sulla scena teatrale.