Dati Generali | |
Soggetto: | da un'idea originale di Jafar Panahi e Parviz Shahbazi |
Sceneggiatura: | Abbas Kiarostami |
Direttore della fotografia: | Farzad Jowdat |
Musica originale: | Mojtaba Mortazavi e Said Ahmadi |
Montaggio: | Jafar Panahi |
Interpreti: | Aida Mohammadkhani
Mohsen Kalifi Fereshteh Sadr Orfani Anno Bourkowska Mohammad Shahani Mohammad Bahktiari |
Distribuzione: | Zenith |
Sinopsi
E' il 21 marzo. In Iran mancano un'ora, ventotto
minuti e trenta secondi all'inizio dell'anno nuovo. C'è grande animazione
nelle vie di Teheran. Una donna carica delle borse della spesa cerca qualcuno
tra la folla ed infine lo trova: la figlia, una bambina di sette anni,
segue la mamma fino a casa. Ella chiede con insistenza di acquistare un
pesciolino rosso per capodanno (di buon auspicio secondo la tradizione
iraniana), ma la mamma non si lascia convincere perchè le restano
ormai pochi soldi nel borsellino e perchè la vasca dei pesci nel
cortile di casa contiene già numerosi esemplari.
Il fratello maggiore, che sta aiutando la
mamma nelle faccende domestiche, si impietosisce e, dietro ricompensa da
parte della sorellina, riesce ad ottenere il consenso della madre insieme
all'ultima preziosa banconota da 500 tomas. La piccola parte felice ma
per strada si lascia tentare da un luogo a lei proibito, dove gli incantatori
di serpenti tengono una sorta di spettacolo con scommesse che consente
loro di sbarcare il lunario. L'incantatore dapprima intimorisce la piccola,
sottraendole la banconota e collocandola fra i serpenti, e poi, commosso
dal suo pianto, gliela rende. La bambina raggiunge il negozio dove ha visto
quei pesciolini cosi speciali che l'hanno attratta e, mentre discute sul
prezzo, si rende conto di aver perso i soldi. Aiutata da un'anziana cliente
ella torna sui suoi passi e avvista infine la banconota, ma un colpo di
vento sospinge quest'ultima in un tombino protetto da una grata. L'unica
possibilità di recupero è legata al negozio sovrastante il
tombino, in quanto dalla sua cantina si può accedere all'anfratto,
ma il locale è già chiuso per ferie ed il proprietario sembra
essere partito per un lungo viaggio.
La bambina, aiutata dal fratello sopraggiunto
nel frattempo, cerca invano altre soluzioni presso il negoziante vicino.
Il fratello riesce infine ad ottenere l'indirizzo privato del proprietario
del negozio e prova a cercarlo, lasciando la sorellina di sorveglianza
sul posto. Un giovane militare accosta la bambina che, memore del divieto
materno di parlare con gli estranei, inizialmente non accetta il dialogo.
Ma il ragazzo, provocandola sull'età, riesce a farla parlare. Inizia
così una lunga chiacchierata nella quale il giovane mette in dubbio
la validità generale del concetto di conosciuto e sconosciuto, che
impedisce i rapporti fra le persone, e inoltre cerca di sapere qual è
il lavoro del padre della bambina. Il colloquio è chiuso dal ritorno
del fratello che rimbrotta la sorella per aver dato confidenza quando ciò
le era stato proibito e che le comunica di aver trovato il proprietario.
Ma il capodanno è ormai vicino e non c'è più un minuto
da perdere. L'apparire di un venditore di palloncini afgano suggerisce
un'idea ai bambini. L'asta sulla quale è appeso un ultimo palloncino
bianco invenduto può diventare uno strumento di recupero. Grazie
ad un chewing-gum appiccicato sulla punta, fornito dall'ambulante straniero,
l'impresa ha un esito positivo e i due bambini corrono via lasciando il
ragazzo solo davanti al negozio chiuso.
Analisi
della struttura
Il soggetto del film nasce da un'idea originale
di Jafar Panahi elaborata dal regista iraniano Abbas Kiarostami. L'opera,
selezionata dalla Quinzaine des rèalisateurs di Cannes 1995, ha
conquistato la Camèra d'Or. Alcuni critici hanno letto nel film
dei significati abilmente mascherati per i quali l'universo dei bambini
sarebbe una metafora della società iraniana. La prospettiva dalla
quale i bambini vedono le cose è molto diversa da quella degli adulti.
Il film vuole assumerla e condurre lo spettatore (o farlo rimanere) nel
mondo dei piccoli.
La bambina protagonista del film desidera
un pesciolino rosso per la festa di copodanno, secondo gli usi iraniani.
Non vuole un pesciolino qualsiasi, ma proprio quello che l'ha incantata
dalla vetrina. E' ostinata nel chiederlo alla mamma; fa i capricci, direbbe
l'adulto. In realtà il desiderio è in lei un sentimento totale
ed ella vuole il pesciolino come se fosse il bene più grande. Il
regista ci fa vivere ad altezza di bambino, quella della mdp, la travagliata
storia dell'acquisto del pesciolino.
In questo film la struttura tipica della fiaba
è applicata alla storia di un soggetto apparentemente reale, la
protagonista.
La bambina deve affrontare una doppia sfida,
con la mamma e col tempo. La mamma è contraria perchè le
sono rimasti pochi soldi in casa e il tempo è limitato: manca solo
poco più di un'ora (la durata del film) al copodanno, il sincero
dolore della piccola non riesce a fiaccare le resistenze della mamma e
allora ella prova a convincerla per via diplomatica: il fratello, dietro
ricompensa, intercede per lei. Ottenuti i soldi, ella deve ancora superare
numerosi ostacoli prima di raggiungere il suo obiettivo.
La curiosità per il proibito la conduce
nei luoghi vietati a donne e bambini, disubbidendo come Cappuccetto Rosso
alle raccomandazioni della mamma. Il lupo che l'aspetta è l'incantatore
di serpenti che le sottrae i suoi soldi. Qui però, a differenza
della fiaba, il lupo si limita a minacciare e poi, preso da pietà,
si ammansisce. La piccola inoltre non mette adeguata cura nella custodia
della banconota così "preziosa" per la sua famiglia, ed il destino,
quasi per punirla, si fa beffa di lei. Ma nelle fiabe, come nella vita,
c'è chi ci vuole bene e ci aiuta. La tenacia e l'intraprendenza
del fratello (forse invero un po' interessato), e la comparsa di un "folletto"
generoso (il giovane ambulante afgano) col palloncino bianco portana l'avventura
a un lieto fine.
La simpatica protagonista ha un carattere
decisamente indipendente e curioso che la spinge a disubbidire. La trasgressione
nel film è accettata e giustificata (in questo si possono leggere
messaggi che vanno oltre il senso apparente) e quindi i toni caratteristici
della fiaba, già smorzati nelle sequenze con l'incantatore di serpenti,
si perdono completamente nell'incontro col soldato. La bambina, che ha
già parlato con tanti sconosciuti, si rifiuta ora di colloquiare
con lui perchè ricorda la raccomandazione della mamma. Il soldato,
con una logica adulta, vuole relativizzare il significato di sconosciuto
e conosciuto. La piccola, che avverte la simpatia della persona che le
sta davanti, accetta ben volentieri la provocazione sulla sua età
e la sfrutta per iniziare a parlare, mantenendo tuttavia una posizione
di difesa. Ella non consente al giovane di guidare il discorso, come egli
tenta di fare. In questo lunghissimo dialogo, così come negli altri,
che arrivano complessivamente a coprire buona parte del film, la piccola
si rivela a tal punto intelligente e arguta da mettere forse in dubbio
che la raccomandazione materna abbia un senso.
Particolarmente riuscita è l'osservazione
del mondo degli adulti dal punto di vista dei bambini. Sebbene i grandi
siano gentili con i piccoli, i loro problemi di fatto prevalgono: il collo
dello camicia riuscito male è ben più importante della banconota
caduta nel tombino e gli adulti sprecano un fiume di parole per raccontare
e ripetere all'infinito la storia, mentre i bambini da sotto li guardano
e continuano ad aspettare.
L'assenza educativa della figura paterna è
ben rappresentata dalla scelta di non fare apparire il genitore. Si sente
solo la sua voce che comanda moglie e figli per ottenere quanto gli serve.
La madre, travolta dalle faccende familiari, trova aiuto e sostegno nei
figli, in particolare nel più grande. Significativa, infine, è
la scelta di affidare il ruolo risolutivo proprio all'ambulante straniero,
che il fratello della bambina ha prima maltrattato strappandogli bruscamente
di mano l'asta col polloncino bianco.
Il regista iraniano Jafar Panahi è
nato l'11 luglio 1960. Diplomatosi in regia al College of Cinema and TV
è stato assistente alla regia di Kiarostami per il film Zir-e Derakhtan
e-zeytun (Sotto gli olivi) nel 1992. Nello stesso anno gira il suo primo
cortometraggio di finzione. Il polloncino bianco è il suo
primo lungometraggio.
Itinerari
didattici
Le diversità etniche e culturaili
1) Modi di festeggiare il capodanno e date
di capodanno
2) Stili abitativi
3) L'emigrato e i lavori umili.
Un popolo da conoscere
1) L'Iran, la sua collocazione geografica
e la sua storia
2) Usi, costumi, tradizioni iraniane
3) La scuola in Iran
Elementi
per la discussione
- I bambini possono fare quello che vogliono,
debbono essere controllati in tutto od occorrono loro, per crescere, un
po' di limiti e un po' di concessioni?
- Le cose 'proibite' aumentano di fascino?
- Confrontiamo il nostro modo di festeggiare
il capodanno e quello descritto nel film.
- Gli adulti sono veramente 'attenti' ai bambini?
- Ci siamo mai trovati in situazioni difficili
da cui non era facile uscire in modo positivo?
Idee
invitare, ove possibile, un iraniano residente
in Italia a parlare del proprio paese e della considerazione in cui vengono
tenuti i bambini in quella cultura