Riccardo III
di Richard Loncraine
 
Sinopsi
Da Shakespeare a Loncraine
Aspetti linguistici
 
 
 
Dati Generali
Regia: Richard Loncraine
Produzione: Joe Simon, Lisa Katselas Paré, Maria Apodiacos, Stephen Bayly per Bayly/Paré/First Look Pictures
Sceneggiatura: Richard Loncraine, Ian McKellen
Fotografia:  Peter Biziou
Musica: Trevor Jones
Montaggio: Paul Green
Scenografia: Tony Burrough
Costumi: Shuna Harwood
Interpreti: Ian McKellen (Riccardo III) 
Annette Bening (la regina Elisabetta) 
Jim Broadbent (Buckingham) 
Robert Downey jr. (il conte Rivers) 
Nigel Hawthorne (Clarence) 
Kristin Scott-Thomas (Lady Anne) 
Maggie Smith (la duchessa di York) 
John Wood (Edoardo IV) 
Adrian Dunbar (James Tyrell) 
Dominic West (Henry Richmond) 
Edward Jewesbury (il re Enrico) 
Kate Stevenson-Payne (la principessa Elisabetta) 
Bill Paterson (Ratcliffe) 
Jim Carter (Lord Hastings) 
 
Distribuzione: Lucky Red
Durata: 105' - Gran Bretagna, 1995

Sinopsi
Nell'Inghilterra degli anni '30 una sanguinosa guerra civile culmina con l'uccisione del re Enrico. Il suo successore, Edoardo, ha una moglie americana, la regina Elisabetta, e tre figli: il trono
Il piano ha inizio con la seduzione di Lady Anne, vedova del giovane principe, figlio di re Enrico, ucciso da Riccardo durante la guerra civile. Gli oscuri piani distruttivi di Riccardo cominciano a prendere forma con l'aiuto dell'avido duca di Buckingham e del suo fedele servitore, James Tyrell.
La strada verso il trono per
Ora dovrebbe, di diritto, ereditare il trono l'erede del re Edoardo, il giovanissimo principe di Galles. Ma Riccardo, nominato Lord Protettore del principe, lo rinchiude nella Torre con il fratellino minore James. Riccardo elimina quindi Lord Hastings, il primo ministro, e dà inizio a una stagione dominata dal terrore, con l'élite del paese schierata dalla sua parte per aiutarlo a raggiungere il suo scopo. E' un bagno di sangue: i giovani principi saranno uccisi nella Torre, e con loro la moglie di Riccardo, Lady Anne. Intanto, per, nasce un partito contro il nuovo re, capeggiato dal giovane Richmond, che organizza un esercito.
Riccardo si prepara ad affrontare il nemico. Ma la fortuna comincia ad abbandonarlo: i suoi amici, compreso il cinico Buckingham, decidono di sostenere Richmond, insieme alla madre di Riccardo, la duchessa di York, che non ha mai provato per il suo deforme figlio minore altro sentimento che la repulsione. Va male anche il tentativo di sposare la giovane Elisabetta, che andrà invece sposa al giovane Richmond. Travolto da forze superiori a lui e dalla cattiva coscienza, Riccardo finisce ucciso in battaglia.
(dal pressbook del film)

Da Shakespeare a Loncraine
Pur non figurando tra le opere cosiddette "maggiori" di Shakespeare, Riccardo III ha sempre goduto delle preferenze di numerosi interpreti teatrali, che vedevano nel ruolo eponimo un sicuro veicolo per ogni riposta velleità istrionica: il re usurpatore, assassino e deforme, incarnazione del Male assoluto, rappresenta infatti uno dei banchi di prova maggiormente ambiti da qualsiasi primattore intenzionato a saggiare le sfumature più "luciferine" del proprio repertorio.
Per quanto riguarda invece le rivisitazioni cinematografiche, a parte alcune versioni realizzate nel primo ventennio del secolo (tra le quali spicca quella tedesca del 1919, firmata dal grande Max Reinhardt), il referente obbligato
Anche alla più superficiale delle letture, Riccardo III lascia trasparire i contorni universali di una parabola sulla sfrenata e furiosa sete di potere che, attraverso i misfatti del suo protagonista (la cui "mostruosità" fisica non
 

Aspetti linguistici
La "condensazione" di alcuni passaggi del dramma che riesce a contenere il proprio sviluppo in soli 105', e quindi ben al di sotto delle tre ore circa della rappresentazione teatrale integrale. Pur salvaguardando i nodi drammaturgici fondamentali e la presenza di pressoché tutti i personaggi principali, questo Riccardo III presta grande attenzione alle cadenze narrative, incalzanti e ritmate come i frequenti brani swing che punteggiano la colonna sonora (come quello eseguito da Al Jolson, dall'allusivo titolo "I'm Sitting on the Top of the World"). Esemplare, in questo senso,
La secchezza sulla quale Loncraine e McKellen costruiscono il loro impianto scenico e narrativo si applica comunque all'intero contesto del film. In particolare, viene ridotta a un breve episodio (quasi a sottolineare l'inevitabile destino dell'usurpatore) la sequenza della battaglia finale, in cui ritroviamo il tocco quasi ironico - la jeep in panne - che accompagna il celeberrimo "Il mio regno per un cavallo!"; peraltro, il segno dell'operazione consiste proprio nella spregiudicatezza e nella rapidità che scandisce il succedersi degli eventi (anche a costo, talvolta, di sacrificarne in parte la pregnanza).