Dei dieci paesi che hanno aderito all’UE
nel maggio 2004, la Polonia è quello più popoloso: conta,
infatti, circa 38 milioni di abitanti. Anche dal punto di vista del
consumo di cinema è il mercato più importante, dal momento
che nel 2004 – anno eccezionalmente buono – ha venduto
33 milioni di biglietti e che nell’ultimo decennio gli spettatori
sono quasi raddoppiati.
Eppure, se si pensa che la Spagna, con una quantità di abitanti
di poco superiore, può contare su un numero di spettatori almeno
quadruplo, ci si rende conto di quanto sia elevato il potenziale di
crescita di questo mercato.
A pensarla così sono sicuramente le società che negli
ultimi anni hanno investito nell’apertura di nuovi cinema e
che sembrano intenzionate a continuare.
Dei poco meno di 900 schermi attivi in Polonia – il parco sale
più esteso tra i dieci neomembri dell’Unione –
circa un terzo è dislocato in complessi con almeno 8 schermi
ed è arrivato ad aggiudicarsi quasi i due terzi degli incassi
del Paese.
Ad avviare queste trasformazioni dell’offerta di schermi –
che si è venuta a polarizzare tra le due tipologie estreme,
ovvero un 60% di monosale e un 30% di multiplex – sono stati
soprattutto investitori stranieri, da soli o in joint venture
con società polacche.
Proprio da un’alleanza tra il gruppo polacco ITI e l’americana
UCI è nato il primo multiplex a Poznan nel 1998 col logo Multikino.
Sullo scenario polacco si sono quindi aggiunte la belga Kinepolis,
la sudafricana Ster Century e Silver Screen, un’altra alleanza
statunitense/polacca. Ora a far la parte del leone sono l’israeliana
IT, che opera col marchio Cinema City, e Multikino, che si sono spartite
anche i complessi aperti da Ster che, dopo una rapida espansione in
Europa, soprattutto sui mercati emergenti, ha lasciato il Continente.
E sono proprio Cinema City e Multikino a puntare sullo sviluppo del
mercato polacco, a giudicare dall’estensione dei loro progetti.
Progetti che riguardano la Capitale, ma non solo. A differenza di
altri paesi dell’Europa Centro-Orientale, la Polonia può
infatti contare su un numero piuttosto elevato di città molto
popolose: già alla fine del 2004 i ventisette complessi di
nuova generazione erano presenti a Varsavia (8 multiplex) e in altri
dodici centri, tra cui Cracovia, Danzica, Stettino e Poznan. Proprio
questa città – centro industriale e universitario a poche
decine di chilometri dalla frontiera tedesca – ha visto all’inizio
del 2005 l’apertura di un terzo multiplex, a firma di Cinema
City, che si trova così a competere con Multikino e Kinepolis.
Nella seconda metà del 2006 dovrebbe aprire le porte il nuovo
multiplex di Multikino a Varsavia. A differenza degli altri complessi,
situati perlopiù nei sobborghi residenziali, si troverà
nel cuore della Città, a pochi passi dalla Stazione Centrale,
in quella che oggi è una foresta di gru destinata a diventare
“Le terrazze d’oro”, imponente centro di commerci
e uffici. Sarà anche a pochi passi dal Palazzo della Cultura,
che ospita pure un cinema, e non molto distante da quelle sale, come
Muranow, Femina e Kultura, che offrono una programmazione più
diversificata e d’essai.
La prossima fase della strategia dei grandi gruppi sarà portare
i complessi di nuova generazione anche nelle città di “secondo
livello”, quelle cioè che hanno una popolazione intorno
ai 100.000 abitanti. “Si tratterà – dice Pawel
Wachnik, Direttore Generale di Multikino – di strutture più
piccole di quelle aperte nei centri maggiori, ma dotate delle stesse
caratteristiche di confort e qualità della tecnologia”.
L’obiettivo è aumentare il consumo di cinema nel Paese,
cercando di far avvicinare la frequenza annua pro capite, rimasta
a 0,7 anche in un anno buono come il 2004, a livelli più simili
a quelli dell’Europa Occidentale. Per fare questo, l’ammodernamento
e l’ampliamento del parco sale è una condizione indispensabile,
ma non sufficiente. Il pubblico polacco ha infatti la spiccata particolarità
di essere molto sensibile all’offerta di film nazionali di grande
richiamo popolare. Produzioni “made in Poland”, tratte
perlopiù da opere letterarie che fanno parte della cultura
nazionale e della formazione scolastica (per esempio “Quo Vadis?”
e “Il Signor Taddeo”), sono state capaci di portare al
cinema milioni di spettatori, anche in misura maggiore di blockbusters
mondiali come Star Wars o Titanic. In quest’ottica
non stupisce la mossa di Multikino, che ha deciso di iniziare a distribuire
direttamente film, puntando su un titolo di argomento squisitamente
polacco, sebbene nato per la televisione e fuori dalla Polonia, come
Karol. L’intento è quello di risollevare le
sorti di un anno difficile come il 2005, che vede spettatori in calo
quasi ovunque.
Il ruolo cruciale della produzione nazionale come motore del consumo
cinematografico in sala non sfugge nemmeno alle istituzioni pubbliche.
È proprio di questi mesi un progetto di legge che mira a imporre
una tassa sugli incassi delle sale, sul noleggio e sulla vendita di
videocassette e dvd, sulla pubblicità nella televisione privata,
sulla pubblicità e sui canoni della televisione pubblica, sui
proventi della televisione via cavo. Lo scopo è istituire un
fondo che vada a beneficio della cinematografia polacca. E se non
tutti gli operatori del settore vedono questo provvedimento di buon
occhio, l’iter legislativo è ormai piuttosto avanzato
e il nuovo fondo dovrebbe essere attivo dall’inizio del 2006.
Grandi successi nazionali in Polonia
Titolo del film |
Regista |
Anno di uscita
|
Presenze
(milioni) |
With Fire and Sword |
Jerzy Hoffman |
1999 |
7,2 |
Pan Tadeusz: The last Foray in Lithuania |
Andrzej Wajda |
1999 |
5,5 |
Quo Vadis? |
Jerzy Kawalerowicz |
2001 |
4,3 |
In Desert and Wilderness |
Gavin Hood |
2001 |
2,2 |
The Spring to Come |
Filip Bajon |
2001 |
1,7 |
Never Again! |
Ryszard Zatorski |
2004 |
1,6 |
Schermi e presenze in Polonia nel 1994,
nel 2003 e nel 2004
Anno |
Schermi |
Presenze (x 1,000) |
2004 |
870 |
33.268 |
2003 |
877 |
25.264 |
1994 |
. |
17.989 |
Venerdì 17 giugno: una data che non è passata
inosservata anche al meno superstizioso degli Italiani, ma su cui
gli esercenti polacchi hanno riposto molte speranze. È uscito,
infatti, nelle sale di tutto il Paese Karol, la produzione
italiana dedicata ai primi anni vita di Giovanni Paolo II fino alla
sua elezione al soglio pontificio.
È – quella polacca – un’iniziativa unica:
negli altri territori Karol sarà proposto al pubblico
come una serie televisiva. Nel paese che a questo Papa ha dato i natali,
l’uscita in sala ha preceduto di quattro mesi quella sul piccolo
schermo, prevista per il 16 ottobre – lo stesso giorno della
nomina di Karol Wojtyla al soglio pontificio. A distribuire il film
su grande schermo è Multikino, società sino ad ora attiva
esclusivamente nell’esercizio. Le appartengono, infatti, 7 multiplex,
per un totale di 74 schermi (circa l’8,5% del parco sale polacco),
collocati nelle maggiori città del Paese.
A volere Karol nelle sale è stato soprattutto Pawel
Wachnik, che di Multikino è il Direttore Generale. Alla base
di questa iniziativa “c’è – spiega Wachnik
– un interesse di duplice natura. Sul piano commerciale, mi
auguro che Karol possa richiamare quello stesso tipo di pubblico
che nel 2004 aveva affollato le sale per vedere La Passione di
Cristo. Ma ritengo anche che – per una piena valorizzazione
dei contenuti e del messaggio dell’opera – la sala sia
il luogo ideale. Qui si può vedere il film nella sua interezza,
senza le “distrazioni” inevitabili nell’ambiente
casalingo: il telefono che suona, bambini che piangono, le interruzioni
pubblicitarie”.
A questo proposito, Multikino ha fatto la scelta radicale di proporre
il film – della durata di 2 ore e 45 minuti – senza intervalli
e senza pubblicità né trailers prima della proiezione.
“Un modo per favorire l’atteggiamento di rispetto e di
raccoglimento con cui il pubblico si accosta a questo film”,
continua Wachnik.
Anche questo nasce dall’esperienza acquisita col film di Mel
Gibson, che in Polonia – paese di 38 milioni di abitanti –
ha avuto oltre 3 milioni e mezzo di spettatori. Moltissimi erano quelli
che in sala non ci andavano da anni, poco abituati ai “nuovi
rituali” associati alla fruizione cinematografica nei complessi
del 21° secolo.
“Con La Passione di Cristo abbiamo venduto molti più
biglietti che con gli altri film, ma anche assai meno bevande o pop-corn.
Gli spettatori venivano al cinema attirati pressoché esclusivamente
dai contenuti del film, non tanto per passare una serata fuori casa”.
A pensarla come Wachnik è anche la Chiesa cattolica polacca,
che incoraggia la visione di Karol. Non a caso alla conferenza
stampa a Varsavia è intervenuto il cardinale Mocharski. E addirittura
alla grandiosa première a inviti, che si è tenuta il
16 giugno a Cracovia, città di cui Wojtyla è stato arcivescovo,
a fare gli onori di casa è stato Stanislao Dziwisz, segretario
e soprattutto amico di Giovanni Paolo II, ora suo successore sulla
cattedra arcivescovile della più bella città polacca.
Alla strategia di distribuzione adottata da Multikino, che si basa
sull’eccezionale quantità di copie (che sono 150 a fronte
di circa 870 schermi) e su una massiccia campagna pubblicitaria si
somma dunque il “passaparola” negli ambiti ecclesiali.
E, da bravo uomo di marketing, Wachnik pratica nei suoi cinema prezzi
ridotti per gruppi parrocchiali e associazioni giovanili.
I risultati sembrano dargli ragione: dopo un lusinghiero week-end
di apertura, in cui è stato visto da 200.000 spettatori, Karol
è arrivato al 21 agosto a un milione e 700 mila spettatori.
Ed è anche l’unico film che nel 2005 abbia superato il
milione di biglietti venduti.
Elisabetta Brunella