Il consumo di cinema in Europa nel 2006 e lo sviluppo del cinema digitale del 2007

 

 

 

 
 

Migliore, ma non per tutti. Così si potrebbe sintetizzare l’andamento del consumo di cinema nelle sale europee nel 2006. Dopo un 2005 caratterizzato quasi ovunque nel mondo dal segno negativo, l’anno passato ha rappresentato una boccata d’ossigeno per l’esercizio cinematografico europeo nel suo complesso. 

Il consumo di cinema nell’Unione Europea
Nei 27 paesi appartenenti all’Unione Europea,  gli spettatori risultano mediamente in crescita del 3,8%, passando da 895,6 a 929,9 milioni.

L’Europa Occidentale
I 19 paesi dell’Europa Occidentale mostrano un incremento medio dei biglietti venduti di circa il 2,6%. Un buon segno per il futuro, anche se non all’altezza delle aspettative, se si pensa che in molti territori il primo semestre era stato caratterizzato da un incremento a due cifre. Il miglioramento c’è comunque stato - da 833,3 a 855,2 milioni di presenze -  e a contribuirvi in larga parte sono due dei cinque grandi mercati continentali. In testa è la Francia che, con oltre 188 milioni di spettatori (+8,3% rispetto al 2005), ottiene il secondo miglior risultato dal 1984. Segue la Germania, che vede il suo pubblico crescere del  7,4% rispetto al 2005. Nonostante però un incremento di oltre 9 milioni di spettatori, questo mercato non riesce ad assorbire il pesante calo registrato tra il 2004 e il 2005. Il totale di 136,7 milioni di spettatori resta ancora al di sotto della media degli anni Duemila (oltre 150 milioni). Col segno più anche mercati di dimensioni minori, come i Paesi Bassi (+13,4%), l’Austria (+10,6%), la  Finlandia (+10,4%), la Svizzera (+9,6%), l’Irlanda (+8,9%), il Belgio (+8,7%), il Lussemburgo (+8,1%), l’Islanda (+7,4%), la Norvegia (+6,2%), la Svezia (+4,7%), il Portogallo (+3,9%) e la Danimarca (+3,4%). Restano invece stabili un grande mercato come l’Italia, dove i biglietti, riferiti agli schermi attivi almeno 60 giorni l’anno, si attestano sui 102,4 milioni, e la Grecia. In controtendenza il Liechtenstein, che arretra dell’1,8%. A soffrire di un importante calo di spettatori sono due tra i cinque grandi: il Regno Unito (-4,9%) e la Spagna (-3,2%). Mentre il primo paese, pur lasciandosi dietro più di 8 milioni di biglietti, ottiene un risultato in linea con quelli dei primi anni del Duemila,  la Spagna,  perdendo circa 4 milioni di spettatori, scende a 123,5 milioni di presenze, il risultato più modesto dal 1998. Per il secondo anno consecutivo si contrae anche il parco sale della Spagna, riducendosi di oltre 150 schermi nel biennio. Aveva conosciuto un periodo di crescita ininterrotta dal 1990 al 2004.

L’Europa Centro-Orientale e il Bacino del Mediterraneo
L’Europa Centro-Orientale e il Bacino del Mediterraneo ottengono dei risultati decisamente lusinghieri nel complesso, registrando presenze in aumento del 20,6%. Gli spettatori passano così da 94,4 a 113,8 milioni. Anche qui non si sfugge però alla tendenza generalizzata, che vede situazioni assai diverse nei singoli territori.
Più della media aumentano sia grandi mercati come la Polonia (+29,7%), che recupera quasi tutti gli spettatori persi nel 2005, e la Turchia (+26%) sia territori di dimensioni minori come la Repubblica Slovacca (+55,5%), l’Estonia (+40,1%), la Lettonia (+27,5%), la Croazia (+22,8%), la Repubblica Ceca (+21,4%) e la Slovenia (+9,9%). Una crescita eccezionale è quella della Lituania, che raddoppia i suoi spettatori (+108,6%).
Cali si registrano invece in Serbia e Montenegro (-30%) e, in misura molto più contenuta, Malta (-4,4%), Ungheria (-3,8%), Bulgaria (-2,4%), Romania (-1,9%) e Cipro (-1,1%).

I multiplex in Europa
I complessi con almeno 8 schermi sono passati, nell’insieme dell’Europa, tra gennaio 2006 e gennaio 2007, da 1 031 a 1 081, per un totale rispettivamente di 11 072 e di 11 612 sale (+4,9%).
Si tratta di una crescita che prosegue ininterrotta dalla metà degli anni Novanta, ma che ha rallentato il suo ritmo nell’ultimo periodo (il tasso di crescita tra il 2005 e il 2006 era stato dell’5,4%). Se non si aprono più molti multiplex, la tendenza più recente, che emerge dall’analisi della situazione  paese per paese riportata nell’Annuario, mostra un forte dinamismo per quanto riguarda i passaggi di proprietà, con società che lasciano territori (come Intercom in Ungheria e Romania e Europlex in Italia) ed imprese che consolidano la propria presenza sul mercato attraverso acquisizioni (per esempio UCI in Italia, Cinesa in Spagna e Mediapro in Romania) o fusioni (per esempio, ancora in Spagna, Abaco e Cinebox).

Gli schermi digitali nel mondo
Il primo semestre del 2007 ha confermato una tendenza che già si era manifestata all’inizio dell’anno: il forte incremento degli schermi dotati di proiettori digitali con la tecnologia DLP Cinema. Il totale mondiale, nell’arco di dodici mesi, è più che triplicato, passando da 1 354 a 4 205, con un aumento del 211%. I diversi continenti affrontano peraltro la transizione digitale a velocità molto diverse: nello stesso periodo il Nord America è cresciuto del 307% arrivando a 3 106 installazioni, l’Europa del 165% (694), l’Asia del 16,5% (360). I complessi che ospitano gli schermi digitali sono passati in dodici mesi da 652 a 1 363: questo significa che il numero medio di proiettori digitali per sito è salito da 2,1 a 3,1. Questo può essere considerato come un’ulteriore prova del fatto che le imprese di esercizio tendono a considerare l’installazione del proiettore digitale non tanto un test tecnico finalizzato ad acquisire familiarità con un nuovo tipo di attrezzatura, ma una scelta strategica.
 

Elisabetta Brunella
Segretario Generale di MEDIA Salles