Nel 2024 gli spettatori dei cinque maggiori mercati europei sono in leggero calo (-1,2%)
di Elisabetta Brunella

I primi dati disponibili sul consumo di cinema nel 2024 ci mostrano una situazione di luci e ombre.
Come sempre, non tutti i paesi hanno già comunicato il numero degli spettatori che hanno frequentato le loro sale. Tuttavia disponiamo già di cifre, seppur provvisorie, dei cinque territori europei che rappresentano, in termini di spettatori, oltre il 60 per cento del mercato europeo che MEDIA Salles monitora regolarmente, ovvero l'Unione Europea ed altri 9 paesi tra cui il Regno Unito, la Turchia, la Svizzera e l'Ucraina.

I cinque "grandi" - cioè Francia, Regno Unito, Germania, Spagna e Italia - hanno totalizzato nell'anno appena terminato circa 538,7 milioni di spettatori con un calo rispetto al 2023 di circa 6,5 milioni, pari all’1,2%.
Tra i fattori che hanno determinato questo andamento, spicca il rallentamento delle uscite di produzioni statunitensi dovuto agli scioperi del settore.
In altri tempi, in un comparto come quello cinematografico, fortemente influenzato dalla disponibilità del prodotto, si sarebbe parlato di un hiccup - un colpo di singhiozzo - o addirittura di una situazione di sostanziale stabilità, pure se con differenze, anche marcate, tra un territorio e l'altro.

Accanto, infatti, a paesi che guadagnano spettatori - è per esempio il caso della Francia, che aggiunge poco meno di un milione di biglietti venduti al buon risultato del 2023, e del Regno Unito, che registra una crescita del 2,3% - c’è un mercato come l'Italia che vede una limatura di circa l'1% (secondo i dati Cinetel), mentre le previsioni stimano per la Spagna un arretramento di circa il 5% e la Germania perde il 5,8%.

In questo periodo in cui gli operatori attendono - ormai da lungo tempo - la ripresa dopo la fase della pandemia, questi risultati spostano più lontano il raggiungimento dei livelli di frequenza registrati nel 2019.
Alla fine del 2023, mediamente i cinque mercati maggiori dovevano ancora recuperare il 23,3% degli spettatori. Ora, con la flessione media registrata nel 2024, la differenza rispetto all'anno prepandemico è risalita al 24,2%.

Dall’analisi dei singoli paesi emergono però differenze sensibili: mentre alla Francia mancano 15 spettatori su 100, la Germania deve recuperarne 24, l'Italia, il Regno Unito e la Spagna circa una trentina.

Dai mercati di dimensioni minori, poi, vengono segnali che - seppur in misura diversa - confermano le preoccupazioni sui tempi della ripresa.

La Danimarca, per esempio, arretra del 2,7%, mentre la Serbia del 3,5%.
La Polonia, dopo un 2023 eccezionale, stima per il 2024 un calo di oltre il 20% e una differenza rispetto al 2019 superiore al 38%. 

La Turchia cresce quasi del 6%, ma è anche vero che deve ancora riguadagnare il 44% dei suoi spettatori. Lo stesso vale più o meno per Cipro, dove gli ingressi in sala scendono nel 2024 di oltre il 16% e la differenza rispetto al 2019 sale a quota 40%. 

Note positive vengono invece dalla Lettonia, che cresce del 3,1%, grazie soprattutto al successo di “Flow”, una produzione nazionale, e dalla Bulgaria che, uguagliando il buon risultato del 2023, si conferma come il territorio meno distante dalla frequenza del periodo prepandemico. Ha infatti recuperato l'89% dei suoi spettatori.
Secondo le stime, anche al mercato slovacco, in crescita nel 2024, mancherebbero meno di due spettatori su dieci.

Un segnale di ottimismo viene pure dall'andamento dell'ultima parte del 2024 che nel Regno Unito e in Spagna, ma ugualmente in altri paesi, ha visto crescere il pubblico in sala. Questa tendenza sembra confermata anche nei primi giorni del nuovo anno, come dimostrano, per esempio, i dati già disponibili per l'Italia.

I film del 2024

Se “Inside out” è il film che più spesso compare alla testa delle classifiche per numero di biglietti venduti, non mancano buone - se non addirittura eccezionali - affermazioni di film nazionali.

È il caso della Francia, dove “Un p’tit truc en plus” e “Le Comte de Monte-Cristo” si sono collocati rispettivamente al primo e secondo posto e dove il cinema francese raggiunge la straordinaria quota del 44,4%.
In Spagna “Padre no hay más que uno 4” raggiunge la settima posizione, mentre in Italia, anche senza la presenza di un campione di incassi come era stato “C'è ancora domani”, un bel gruppo di titoli consente alle produzioni nazionali di aggiudicarsi il 25,7% delle presenze.

In Germania due titoli nazionali – “Die Schule der magischen Tiere 3” e “Chantal im Märchenland – compaiono nella top ten, mentre la quota di mercato dei 21 film locali nella top 100 tocca il 18,5%.
Nella Repubblica Slovacca dati non ancora completi mostrano che i film nazionali hanno raddoppiato il numero di spettatori del 2023, giungendo a pesare per circa il 30% delle presenze totali.

In conclusione, i dati già disponibili mostrano che la situazione del consumo nelle sale europee è assai sfaccettata, con mercati – pochi - che terminano il 2024 col segno più (oltre a quelli già citati, anche la Repubblica Slovacca, la Grecia e l’Irlanda) ed altri – i più numerosi - col segno meno (la Repubblica Ceca, l’Ungheria, il Portogallo, i paesi nordici, l’Austria, la Svizzera, l’Olanda, la Slovenia, la Croazia e l’Estonia). Ma l’informazione più eloquente per valutare le prospettive del cinema sul grande schermo nei vari territori del Vecchio Continente è quella che mostra la distanza da colmare per uguagliare il livello di frequenza del 2019. E – si spera – anche migliorarlo!

Questa è una versione aggiornata dell’articolo pubblicato nello speciale Berlinale di Cinema & Video Int'l, media partner di MEDIA Salles.


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