Si chiama “Cinema” una delle opere che più
colpiscono i visitatori della recentissima mostra dedicata alla Pop
Art russa dalla prestigiosa Galleria Tretjakov di Mosca. Si tratta
di un’installazione, dalle dimensioni di un’ampia stanza,
che rappresenta nove figure monocrome a grandezza reale sedute nel
buio di fronte a un (immaginario) schermo. Quello che vedono gli spettatori
di Shekhotsov – fatti del materiale che ha valso il soprannome
di “Porolon”, cioè schiuma di gomma, all’Artista
– non sono immagini di fiction, ma vita reale che scorre, davanti
alle loro pupille vuote, nella forma dei visitatori della mostra.
L’installazione vuole essere – come altre opere di Porolon
– una riflessione e una provocazione: a differenza dei temi
“alti” e dei materiali “nobili” dell’arte
ufficiale del passato regime, oggi un materiale leggero e caduco come
la schiuma di gomma è usato per “immortalare” azioni
quotidiane, soprattutto del tempo libero, della “nuova”
vita consumistica dei Russi, ovvero di quella classe che può
permettersi, per esempio, di comprare un lettore di dvd, acquistare
beni voluttuari di importazione o andare al cinema. I cinema, in particolare
quelli di nuova generazione e soprattutto a Mosca, sono, infatti,
uno dei luoghi che insieme ai centri commerciali e ai ristoranti “etnici”
meglio rappresentano il nuovo stile di vita. Emblematico è
il caso dei cinema VIP, come il Romanov, di cui si era parlato nel
n. 28/2004 del “Giornale dello Spettacolo”, p. 16, concepiti
come boutiques esclusive, che propongono gli ultimi blockbusters americani
accompagnati da cappuccini all’italiana e vini francesi, oppure
dei nuovissimi multiplex abbinati a centri commerciali dai nomi familiari
in tutto il mondo, come quello di IKEA (n. 30/2003 del “Giornale”).
Che la sala cinematografica debba essere un luogo speciale e che,
possibilmente, riesca a stupire il visitatore è un concetto
molto diffuso, che ispira anche le ristrutturazioni di spazi esistenti.
È il caso del Baykal, un complesso di quattro sale “rinato”
nel 2003 sul luogo di un “classico” cinema da quartiere
dormitorio. La trasformazione, operata dall’Architetto Igor
Markin, ha fatto del Baykal un caso di scuola: riviste specializzate
lo citano come un esempio da seguire. L’idea era quella di fare
del cinema il luogo più vitale e “sociale” del
quartiere, il popoloso Koptevo, peraltro non ben collegato al centro
di Mosca. Una prima scelta è stata quella di dare all’edificio
un carattere molto riconoscibile e di grande impatto visivo: il Baykal
si presenta come un luminoso parallelepipedo di vetro e acciaio, che
consente di vedere dall’esterno le varie attività che
vi si svolgono. Un altro criterio è stato quello di unire al
cinema altri motivi di attrazione. Così, nei tre piani fuori
terra e nel sotterraneo, hanno trovato posto, oltre ai quattro schermi
dai nomi dedicati ai pianeti, anche un ristorante, un cocktail bar
e altri quattro caffè, di cui uno “per bambini”
annesso a uno spazio giochi dove i più piccoli possono essere
affidati ad animatrici mentre i genitori guardano il film. Non mancano
spazi gioco neanche per gli adulti, nella forma di una sala biliardo
e di un bowling a quattro corsie. Un’ulteriore idea guida è
l’intento di offrire servizi che diano un’immagine di
qualità elevata anche tecnologicamente avanzata: dall’Internet
Café con ben 32 postazioni ai grandi schermi che nei bar propongono
programmi televisivi e anticipazioni sui film. Ed ancora i dettagli
“di moda” o volti a stupire il pubblico: il menù
del ristorante strizza l’occhio alla cucina italiana fino a
includere “la panna cotta”, i bar vendono birra straniera
più cara di almeno il 50% di quella nazionale, i visitatori
trovano nell’atrio un grande acquario a colonna con veri squali
(che vengono periodicamente rinnovati quando superano la taglia consentita
dalle dimensioni della vasca). Grazie a questa serie di proposte e
a una programmazione fatta anche di eventi speciali (dai documentari
su competizioni di moto, presentati a gruppi di fans dopo mezzanotte,
alle prime di blockbusters, come Shrek, accompagnate
da eventi che si snodano su più giornate) il Baykal apre la
mattina alle nove e arriva a chiudere nel cuore della notte. “Conoscere
bene il proprio pubblico” dice Irina Bestuzheva, Direttrice
del Baykal “resta l’elemento essenziale per il successo”.
E in direzione del pubblico potenziale vanno le iniziative di pubblicità
e di promozione rivolte alle scuole del quartiere, come una serie
di proiezioni gratuite per 1.500 ragazzi, accompagnate da pizza e
bevande. Il biglietto ha, come è tipico del mercato russo,
prezzi molto diversi a seconda delle ore e delle categorie di spettatori:
va dai 40 rubli, poco più di un euro, la mattina, ai 240 delle
serate dei week-end. Lo si può comprare su Internet, dove si
possono pure prenotare il ristorante o la partita a biliardo e il
bowling. Il tutto sembra funzionare piuttosto bene, tanto che Atlantis
Cinema Group, società di distribuzione di dvd, ha deciso di
costruire un secondo complesso, di tre sale. Visto che il sito scelto
è a nord di Mosca, si chiamerà Polo Nord. Elisabetta Brunella |